sabato 25 giugno 2011

GIOIA DEL COLLE (BA) / Le architetture che raccontano i 150 anni dell’Unità d’Italia


Gioia del Colle (Ba), via Roma - Albergo "Italia" (cartolina d'epoca)

La ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia impone una riflessione sul tema dell’architettura locale che, con la sua presenza fisica, testimonia l’evoluzione della città diffusa.

Gioia del Colle (Ba), via Roma - liceo classico "P.V. Marone"
A Gioia del Colle, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, l’architettura postunitaria ha formato un sistema insediativo variegato e meritevole di conservazione. Esempio dello stile architettonico del tempo è senz’altro il liceo classico “P.V. Marone” che domina la scena di via Roma e di via A. Celiberti.

Questo edificio, ancora oggi in uso per attività d’istruzione scolastica, certamente resterà testimone del periodo storico per un lungo tempo, essendo di proprietà pubblica.


Gioia del Colle (Ba), via Roma - ex Albergo "Italia"
Di fronte a tale costruzione sorge un fabbricato, di proprietà privata, meno importante ma sicuramente meritevole di conservazione. L’edificio era utilizzato per l’attività commerciale di albergo-ristorante ed era denominato “Albergo Italia”. Oggi questo immobile ha cambiato destinazione: i locali a piano terra sono adibiti a vari usi commerciali, il primo piano a uso residenziale. L’edificio sembra dialogare con il liceo simbioticamente. Le soluzioni d’angolo dei due volumi edificati sembrano coerenti e formano uno slargo incompiuto per altre ragioni.

Quale possibilità ha un palazzotto del genere di “restare in piedi” a testimonianza di un periodo storico importante e dello sviluppo urbano della città? Nessuna.

Le norme urbanistiche e il regolamento edilizio locale, infatti, permettono nell’immediato la demolizione di tanti fabbricati, seppur di pregio e in condizioni di normale conservazione fisica e statica, per far posto a moderni e anonimi edifici pluripiano in grado di sfruttare al meglio una modesta superficie territoriale.

Nei committenti e progettisti di tali operazioni edilizie non sorgerà il dubbio che tali interventi di totale abbattimento, pur liberando aree centrali del paese, vadano a cancellare un valore identitario per la comunità. Quasi certamente il nuovo costruito non conterrà in sé quel plus valore in grado di risarcire i danni che una compromissione d’immagine consolidata comporta. Demolendo si sottrae, con insita difficoltà di dover dimostrare che tale operazione costituisce, per la collettività e per le future generazioni, un guadagno e non una perdita.

Sulla gestione urbana del territorio, il ruolo di un ente comunale è quello di approntare un sistema di normative capaci di supportare le scelte di demolizione e ricostruzione, indirizzandone i processi, per trovare il giusto equilibrio e buonsenso, dove all’ordinario rapporto costi-ricavi si sostituisca il rapporto costi-benefici valido, oltre che per i portatori di interesse, anche per tutti i cittadini.

Nunzio Loporcaro, la Piazza n. 3 maggio-giugno 2011

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