venerdì 29 ottobre 2010

PUNTA PEROTTI: il progetto bis


Isolati quadrati, come quelli del quartiere murattiano, schierati davanti alla ferrovia, un lungomare «raddrizzato» per separare i palazzi da un parco costiero, puntellato da bassi edifici che si spingono fin dentro il mare. Potrebbe essere così la nuova Punta Perotti, se il giudice De Benedictis deciderà per la restituzione ai proprietari dei suoli confiscati, ma ingiustamente, come ha stabilito la Corte europea dei Diritti dell’uomo.

Michele Matarrese, patron della società Sudfondi che insieme alla Mabar e alla Iema era intestataria della lottizzazione, ha promesso a se stesso di non fare pubbliche dichiarazioni fino alla sentenza del gup. E deve costargli, il silenzio, in questi giorni, mentre si rincorrono congetture e ragionamenti sulla possibilità o meno di ricostruire quel che è stato demolito a colpi di dinamite. E mentre il sindaco Michele Emiliano rilancia offerte di accordo che lasciano freddo se non «irritato» l’imprenditore.

Riaprirebbero i cantieri, i Matarrese? Una fonte vicinissima agli imprenditori suggerisce che sì, lo farebbero, e che hanno pronti anche progetto e architetto. I costruttori sanno benissimo che mai potrebbero ricostruire Punta Perotti «com’era, dove’era», né con le stesse dimensioni. Ma quei suoli sono tuttora edificabili, con destinazione urbanistica «terziario residenziale». Si può ripartire allora dal progetto elaborato dall’architetto milanese Ottavio Di Blasi e che risale al 2005, all’epoca in cui la battaglia giudiziaria era nel vivo e fu tentata la strada di una transazione. Sembra addirittura che il progetto - esposto in una mostra organizzata dal Politecnico di Milano e da Confindustria nella sala Murat - fosse piaciuto a Emiliano. A Michele Matarrese quell’idea piace ancora.

Di Blasi, pur essendo milanese, conosce Bari. Ci arrivò la prima volta insieme a Renzo Piano per costruire lo Stadio San Nicola, poi ha costruito tre chiese (tra cui quella del Salvatore a Loseto) ed un edificio residenziale in via Redi. E naturalmente conosce bene, per la collaborazione con Piano, il problema Punta Perotti. Il suo progetto si candida ad essere il fulcro di un parco urbano di 300mila metriquadri che inizia a piazza Gramsci e termina alla lama San Giorgio. I palazzi arretrano rispetto al mare, e si allineano sulla ideale prosecuzione di via Dalmazia. Dunque, il contrario di Punta Perotti. «Il nostro studio preliminare - spiega Di Blasi - è tutto speso in un ottica di “ricupero ambientale” e quindi non abbiamo tenuto conto dell’ipotesi di realizzare, assieme al porto turistico, un ulteriore pesante aumento di volumetrie in un’area che ha già degli ingenti indici di fabbricabilità. Ma occorre che l’area ritrovi una sua vocazione urbana e che diventi un pezzo “vivo” della città».

La proposta allora consiste nel dislocare ai margini del parco attività pubbliche ma con volumi di basso impatto: laboratori di creatività, scuole di teatro, di danza e di cinema, altre attività per il tempo libero, e tra queste due presenze più forti: la nuova sede della Pinacoteca provinciale «Giaquinto» e la nuova sede dell’Acquario che poi sarebbe l’unica costruzione sul mare, posta al termine di un molo attrezzato.

«Il minimo di volumi ad uso privato ed il massimo di contaminazione con le funzioni pubbliche»: solo a questa condizione, secondo Di Blasi, la marina può essere una risorsa. Alle spalle di queste attività, le residenze e il terziario, trasferendo e addensando le volumetrie previste sulla costa. «Teoricamente - nota l’architetto - la volumetria prevista dal Piano regolatore potrebbe essere ottenuta in isolati con un’altezza media di solo 8/9 piani», a fronte dei 13 piani fuori terra dei palazzi demoliti.

fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno, articolo di Nicola Signorile

giovedì 28 ottobre 2010

PUNTA PEROTTI: mai più i palazzi torneranno com'erano


I palazzi di Punta Perotti, com’erano e dov’erano prima che saltassero in aria con la dinamite, non risorgeranno mai. Questa è l’unica cosa altamente probabile in una vicenda che gronda di colpi di scena.

Il prossimo 4 novembre il giudice Giuseppe De Benedictis dovrebbe decidere se revocare la confisca dei suoli, così come ha chiesto Berlusconi nella speranza che ciò basti a soddisfare la Corte di Strasburgo che ha giudicato «arbitraria» quella confisca, applicata nei confronti dei proprietari, autori innocenti di un reato (la lottizzazione abusiva) pur commesso ma rimasto senza colpevoli.

La procura si è sorprendentemente accodata alla richiesta, il Comune invece vi si è opposto, non avendo mai reclamato la confisca, anzi avendo «subìto» l’ingresso di quei terreni nel proprio patrimonio.

E i proprietari? Michele Matarrese (Sudfondi srl), avendo incassato la clamorosa sentenza del tribunale europeo, si mostra poco interessato alle decisioni della magistratura italiana, e aspetta la quantificazione del risarcimento per l’ingiustizia patita che sarà determinato a Strasburgo. Risarcimento per la confisca, non per l’abbattimento dei palazzi eseguito con una legge dello Stato (era in carica il governo Berlusconi).

In attesa delle risposte dei giudici (di Bari, di Roma e di Strasburgo) si fanno ipotesi e si elaborano scenari, più o meno azzardati. Cerchiamo però di stare con i piedi per terra. Come abbiamo anticipato ieri su queste pagine, Punta Perotti non risorgerà mai, almeno secondo il progetto che fu elaborato dagli architetti Vittorio Chiaia e Massimo Napolitano e poi trasformatosi nel tempo, fino al «giallo» del coinvolgimento concreto di Renzo Piano (l’architetto genovese ha smentito - a suo tempo - i suoi clienti, cioè i Matarrese).

Contro la fantasiosa ipotesi della ricostruzione com’era, dov’era (si è fatto per il Petruzzelli, perché scandalizzarsi a pensarlo per Punta Perotti?) si stagliano innanzitutto i motivi che condussero alla legittima demolizione. In più, qualche recente norma che ha dato voce giuridica alla consapevolezza dell’assetto del territorio e della trasformazione sostenibile del paesaggio maturata negli anni. Ci riferiamo, in primo luogo, al Codice dei Beni culturali e del paesaggio e al Putt/p, cioè il Piano urbanistico territoriale tematico del paesaggio, al quale si è finalmente adeguato il piano regolatore generale di Bari (la variante è stata adottata dal Consiglio comunale lo scorso 9 luglio).

Già questo sarebbe sufficiente a sfoltire di molto la capacità reale di esprimere quei volumi teoricamente «promessi» oltre trent’anni fa dallo stesso piano regolatore. Ma c’è di più: nonostante gli ostacoli oggettivi o la soggettiva volontà di rallentare il passo, continuano a maturare da un lato il Piano paesaggistico regionale, dall’altro il Documento programmatico preliminare (anche questo già approvato dalla giunta comunale) al nuovo, futuro piano urbanistico generale.

Infine, a una riedizione di Punta Perotti si frappone il Piano Strategico Ba2015, che dà indicazioni anche sul futuro della costa sud. Un piano strategico correttamente inteso è uno strumento di costruzione dello sviluppo economico e sociale dell territorio metropolitano. Non un catalogo di progetti o di «sogni nel cassetto». Per questo non diamo molto peso a quell’insieme di «progetti» che pure è stato inserito nel Piano strategico. Per esempio, la Galleria di arte contemporanea, collocata proprio al centro dell’area di Punta Perotti.

Ora se i suoli dovessero essere restituiti ai proprietari, che ne sarebbe del Piano Strategico Ba2015? In teoria, i privati sarebbero chiamati a condividere quelle scelte e a partecipare alla realizzazione. Ammesso che vogliano vedervi una opportunità di sviluppo e condividere la visione prodotta dell’area metropolitana.

Ma è proprio questa sospensione ipotetica che dimostra la fragilità del piano strategico in termini di governance. Una fragilità peraltro già dimostrata da un paio di episodi recenti: il flop del museo archeologico a Santa Scolastica (con perdita dei finanziamenti dell’Area Vasta) e le polemiche sorte intorno all’ipotesi di porto turistico a piazza Diaz. L’uno e l’altro, come tutto il Piano strategico, frutto di forum, incontri, discussioni: quel che si dice «programmazione partecipata».

Ma si abusa talvolta di formule che suonano bene, le si usa spesso come un marchio di qualità, salvo poi non controllare le caratteristiche chimico-fisiche del contenuto. In un libro apparso ultimamente in Francia col titolo: L’urbanisme c’est notre affaire! (L’Atalante ed., pp. 174, euro 10), il sociologo Thierry Paquot nota: «L’urbanistica partecipata non è uno specchietto per le allodole, ma è una difficoltà. Bisogna saperlo. Si avvia faticosamente (perché esige molto tempo), senza la certezza che si mantenga e si sviluppi, destabilizza le procedure abituali (...) e spinge a riconsiderare la democrazia parlamentare, che allontana i rappresentanti dai rappresentati e conforta una “classe politica” che si crogiola nella vacuità e nella retorica».


fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno, articolo di Nicola Signorile

mercoledì 27 ottobre 2010

Edilizia sostenibile / Approvato il regolamento comunale per la città di Mottola (Ta)


In arrivo la casa del futuro.
Il consiglio comunale accoglie le numerose richieste dell’imprenditoria ed approva il regolamento per l’edilizia sostenibile.
Mottola è, infatti, tra i primi Comuni dell’area ionica ad attrezzarsi in tal senso.
Il regolamento concede la possibilità ai costruttori di progettare la cosiddetta casa del futuro, ovvero la casa dove pannelli solari ed impianti ad energia rinnovabile sono già installati.
Mottola quindi si adegua alla legge 13/2008 che regola gli incentivi per l’edilizia sostenibile. Ai costruttori che progetteranno la casa del futuro saranno concessi sconti sui costi di costruzione e aumenti di volumetria del 10%.
“Con questo regolamento - commenta soddisfatto il sindaco Giovanni Quero - vogliamo sviluppare l’edilizia sostenibile che va dall’efficienza energetica al risparmio. Avevamo ricevuto pressioni da parte degli imprenditori locali che attendevano questo provvedimento. Credo che Mottola sia tra i più innovativi comuni dell’area ionica”.
In altre parole le nuove costruzioni in città saranno moderne ed attrezzate di pannelli fotovoltaici e solari in grado di fornire luce ed energia per i consumi familiari.
Sistemi che, come è noto, si stanno diffondendo anche nell’are ionica proprio per il vantaggio economico, oltre che ambientale, che ne deriva.
Il regolamento è passato al vaglio del consiglio comunale di qualche giorno fa.
In aula tutti d’accordo sulla volontà di dare un nuovo aspetto all’edilizia locale. Il provvedimento è infatti passato all’unanimità. Ora si aspetta di vedere nel concreto le case sostenibili.

martedì 26 ottobre 2010

Attivata la consultazione telematica delle planimetrie catastali



Con Provvedimento del Direttore dell'Agenzia del Territorio del 19 ottobre 2010, Prot. n. 54082 è stato attivato il servizio di consultazione telematica delle planimetrie catastali da parte dei soggetti abilitati alla presentazione telematica degli atti tecnici di aggiornamento del catasto edilizio urbano e dei pubblici ufficiali incaricati della stipula di atti concernenti beni immobili.

A far data dal 20 ottobre sono disponibili le planimetrie di tutti gli immobili urbani eccetto quelle relative ad immobili censiti nelle categorie: B/3 (prigioni e riformatori), D/5 (istituti di credito, cambio ed assicurazione) e E/5 (fabbricati costituenti fortificazioni e loro dipendenze).

La consultazione telematica delle planimetrie avviene previa sottoscrizione con firma digitale di apposita richiesta attraverso l'accesso al Sistema Telematico dell'Agenzia del Territorio (SISTER).

Si precisa che il soggetto richiedente potrà soltanto essere:
• professionista abilitato alla presentazione degli atti di aggiornamento catastale, incaricato da uno dei soggetti titolari di diritti reali sull'immobile, della redazione di atti tecnici di aggiornamento del catasto edilizio urbano, ovvero di adempimenti connessi alla stipula di atti concernenti l'immobile, nonché dall'autorità giudiziaria. Il soggetto richiedente è tenuto a conservare detto incarico professionale, in originale, per un periodo di 5 anni;
• notaio od altro pubblico ufficiale incaricato della stipula di atti concernenti l'immobile.

L'Agenzia del Territorio garantisce che non vi sarà nessuna violazione della privacy dei cittadini in quanto i dati possono essere utilizzati esclusivamente per i suddetti fini, previo rilascio di incarico scritto da parte degli intestatari delle unità immobiliari, da conservare, in originale, per un periodo di 5 anni.

lunedì 25 ottobre 2010

Al via il 6° censimento dell'agricoltura


È partito il 6° Censimento generale dell’Agricoltura. Un appuntamento che si rinnova ogni 10 anni e viene gestito e coordinato dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica. Il giorno di riferimento del censimento è il 24 ottobre, le operazioni di raccolta dei dati iniziano oggi e termineranno il 31 gennaio 2011.

La rilevazione, realizzata in collaborazione con le Regioni e le Province autonome, si propone diversi obiettivi. Innanzitutto fornire un quadro informativo statistico sulla struttura del sistema agricolo e zootecnico a livello nazionale, regionale e locale; in secondo luogo consentire l’aggiornamento del registro delle aziende agricole mediante l’integrazione di database di fonte amministrativa; assolvere, in ultimo, agli obblighi di rilevazione stabiliti dai Regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio sulle statistiche agricole strutturali, sui metodi di produzione e sulle superfici viticole.

Delineare con precisione la realtà italiana, infatti, è importante non solo per il Paese, ma anche per l'Unione Europea, che ha bisogno di statistiche comparabili tra i vari Stati, come supporto indispensabile alla politica agricola e di sviluppo rurale della Comunità.

Il mondo agricolo italiano, che il censimento si propone di fotografare, è cambiato molto negli ultimi dieci anni: nuove tecniche organizzative e produttive in grado di razionalizzare processi e strutture, nuove professionalità e idee, filiere corte, farmer's market e agriasili, multifunzionalità e diversificazione dei servizi come parole d'ordine, nuove forme di sensibilità nei confronti dell’ambiente, utilizzo di energie alternative, innovazioni tecnologiche e trasformazioni, in ogni caso sempre connesse e strettamente legate alla tradizione, all'identità e alla cultura delle nostre campagne. E ancora, processi evolutivi che fanno del legame con il territorio un valore imprescindibile di sviluppo.

I nuovi dati censuari offriranno un quadro aggiornato sugli utilizzi dei terreni, sugli allevamenti, sull’impatto dei metodi di produzione e sulla manodopera aziendale. Sarà possibile verificare se si mantiene la tendenza all’abbandono della pratica zootecnica da parte delle piccole e medie imprese o se l’attuale generazione dei conduttori, per la maggior parte anziana, è ricambiata da una nuova generazione di agricoltori. Ognuno di questi dati sarà disponibile fino al dettaglio per singolo comune, offrendo numerosi spunti di analisi per le diverse entità locali.

Il questionario inizia con una pagina dedicata all’aggiornamento delle notizie anagrafiche dell’impresa agricola e continua articolandosi in sei sezioni. Nella prima vengono raccolte le notizie generali sull’azienda, come il sistema di conduzione, gli elementi del paesaggio agrario e l'informatizzazione. La seconda sezione riguarda le informazioni relative ai terreni: la loro utilizzazione, notizie particolari sulle colture energetiche e sulla vite e i diversi metodi di produzione agricola. Seguono poi le informazioni riguardanti le aziende con allevamenti (consistenza e tipologia, produzioni di qualità, metodi di gestione, ecc.) e la loro ubicazione, così come quella dei terreni. La quinta sezione tratta del lavoro e delle attività connesse, e prevede la raccolta di informazioni di dettaglio sui membri della famiglia, sull’altra manodopera aziendale, sul contoterzismo e sulle attività connesse. La parte finale del questionario riguarda infine le informazioni economiche, quali la contabilità, i ricavi, l'autoconsumo e la commercializzazione dei prodotti aziendali.
 
Collaborare alle operazioni censuarie, rispondendo in modo completo e corretto per evitare di incorrere nell'applicazione di sanzioni amministrative, non solo è un obbligo di legge, ma è un atto utile alle aziende agricole e a tutto il Paese. Tramite il censimento verranno infatti registrati i bisogni concreti delle aziende, identificate le reali esigenze degli imprenditori agricoli e fotografate le criticità del mondo rurale italiano. Informazioni che saranno poi messe a disposizione delle istituzioni competenti e diverranno la base per lo sviluppo futuro del settore e per probabili proposte e iniziative di miglioramento, sia a livello nazionale che europeo.
 
Per la prima volta, è possibile assolvere agli obblighi del censimento anche telematicamente, indicando il codice identificativo pervenuto tramite comunicazione ISTAT, all'indirizzo http://censimentoagricoltura.istat.it/questionario
 

giovedì 21 ottobre 2010

Anche la provincia di Bari diventerà eternit free


Impianti fotovoltaici al posto dei pericolosi tetti in eternit.

È questo l’obiettivo del progetto “Provincia Eternit free”, di Legambiente e AzzeroCO2. All’iniziativa ha aderito la Provincia di Bari per promuovere, sul proprio territorio, insieme a Legambiente Puglia e AzzeroCO2, la sostituzione delle coperture in amianto presenti sui capannoni agricoli e industriali con pannelli solari, beneficiando degli incentivi statali. Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto sarà sottoscritto un protocollo d'intesa tra le parti.

Interverranno:
Francesco Schittulli - Presidente della Provincia di Bari
Francesco Tarantini - Presidente di Legambiente Puglia
Mario Gamberale - Amministratore Delegato AzzeroCO2
Giovanni Barchetti - Assessore all’Ecologia della Provincia di Bari

mercoledì 20 ottobre 2010

Detrazioni 55%: si moltiplicano le richieste di proroga


Di una proroga delle detrazioni fiscali del 55% per interventi di riqualificazione energetica degli edifici si parla gia' dall'inizio di quest'anno, ma oggi, a tre mesi dalla scadenza fissata al 31 dicembre 2010, visto l'immobilismo normativo, le richieste sono divenute sempre piu' pressanti.

Non si capisce come mai non si sia ancora proceduto a questa proroga, visto che si tratta di una forma di agevolazione che ha davvero dato impulso all’edilizia in un periodo di crisi, molto più di tante altre sbandierate iniziative.

Del resto non può che essere allettante la possibilità di detrarre dalle tasse più della metà delle spese sostenute per lavori di miglioramento energetico degli edifici, e lo dimostrano le numerose richieste di informazioni degli stessi utenti del nostro sito.

Inoltre, l’obbligo di presentare documentazione delle spese sostenute ha contribuito ha far emergere molto del nero in edilizia, che rappresenta una vera e propria piaga della nostra economia.

E’ dello scorso mese di settembre la lettera inviata da RENAEL, Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali, nella persona del suo presidente Michele Macaluso, al Presidente del Consiglio, al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro dell’Economia e Finanze, per auspicare una proroga delle detrazioni oltre la scadenza fissata.

Del resto RENAEL ricorda come i primi tre anni di applicazione di queste agevolazioni fiscali abbiano innescato un circolo virtuoso che ha portato alla sostituzione progressiva di componenti ad alto consumo energetico con prodotti efficienti, che hanno contribuito a ridurre i consumi energetici e le emissioni di sostanze nocive in ambiente.
A questa campagna di sensibilizzazione del Governo ad una necessità di proroga contribuisce da tempo anche Uncsaal (Unione dei produttori di serramenti metallici).

Uncsaal ha inviato alle Commissioni competenti di Camera e Senato uno studio sull’impatto economico che la fine delle agevolazioni avrebbe sul comparto dei serramenti.

Si parla di un ridimensionamento di oltre un milione di euro che comporterebbe la chiusura di aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro.

La richiesta era già stata presentata al Sottosegretario del Ministero dell’Economia, Luigi Casero, il quale aveva confermato l’orientamento del Governo ad una proroga, una volta valutato l’impatto di spesa del provvedimento.

A questo proposito Uncsaal ha fatto osservare come, a fronte di una dimunizione delle entrate fiscali, l’adozione delle detrazioni si siano alla fine rivelate una scelta economicamente conveniente, tanto che in quattro anni di applicazione, esse hanno portato nelle casse dello Stato una somma superiore di 4 miliardi a quanto non incamerato.

Un appello a prolungare le detrazioni del 55% viene anche dai semplici cittadini, sensibili al miglioramento della qualità ambientale, attraverso la creazione di una rete di blogger a cui, comunque, chiunque può aderire:

martedì 19 ottobre 2010

Ecosistemaurbano 2010: Bari sale di 7 posti


Il Sud rimane ancorato al fondo della classifica nella XVII edizione di Ecosistema Urbano, l'annuale ricerca di Legambiente e dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia sullo stato di salute ambientale dei comuni capoluogo italiani realizzata con la collaborazione editoriale del Sole 24 Ore. L'unica nota positiva è Bari che è al 54° posto (più sette posti) che recupera grazie al bike sharing. Brindisi passa dal 70° al 61°, Taranto fa due passi avanti, scalando al 64°, Lecce al 71° contro l'81° della scorsa edizione e Foggia peggiora, passando dall'82° all'87° posto.

QUALITA' DELL'ARIA - Scendendo nel dettaglio, dall’esame dei tre indicatori (Biossido di Azoto, Pm10 e Ozono) emerge che la qualità dell’aria peggiora nelle città capoluogo pugliesi. Solo Lecce migliora per le emissioni di biossido di azoto e Bari per la quantità di polveri sottili nell'aria. Il consumo giornaliero pro capite di acqua potabile resta alto a Lecce (166,7 litri pro-capite) e più basso a Foggia (131,8 litri pro-capite). Sulle dispersione di acqua dalla rete il dato preoccupante rimane quello di Bari con il 54% di perdite, al 94° posto della classifica generale. Sulla capacità di depurazione degli scarichi civili restano nelle posizioni più alte della classifica generale Taranto, Lecce, Foggia e Brindisi. Sulla produzione annuale pro capite di rifiuti urbani, i comuni pugliesi sono in coda alla classifica, con Lecce all'83° e 663,1 kg di rifiuti per abitante. Foggia rimane il comune pugliese che ne produce meno con 563,5 kg per abitante, ma passa dal 12° al 50° posto in un anno.

I TRASPORTI - Prendendo in considerazione l'indicatore della mobilità sostenibile si considerano vari parametri: autobus a chiamata, controlli elettronici alle Ztl, tariffe per intermodalità, l’esistenza di un sistema di pedaggio urbano per regolare gli ingressi nelle aree urbane, parcheggi interscambio bici, presenza del mobility manager comunale, bike sharing, car sharing, Piano mobilità ciclabile e di quello per gli spostamenti casa-lavoro. Quest'anno, Bari entra nella top ten dei comuni italiani più virtuosi, al 6° posto della classifica generale. Per quanto riguarda le isole pedonali, Brindisi ha il peggiore risultato, con lo 0% di mq per abitante di superficie pedonalizzata, mentre Bari resta la migliore al 20° posto e con 0,42 metri quadrati per abitante. Per le zone a traffico limitato Lecce dà il buon esempio, piazzandosi al 7° posto. Sulle piste ciclabili solo Lecce presenta miglioramenti, piazzandosi al 16° posto, mentre il verde urbano resta off limits in tutti i capoluoghi pugliesi. Sulle aree verdi totali, Brindisi e Lecce si salvano dalla coda della classifica.

fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it/  

lunedì 18 ottobre 2010

L’Orto Sociale e l’adozione di spazi verdi



L’esperienza di “Ortocircuito”, l’orto sociale urbano della città di Bari situato in uno spazio verde nei pressi della chiesa di San Marco a Japigia, al centro dell'incontro "L’Orto Sociale e l’adozione di spazi verdi", con Gianni Signorile curatore dell’Erbario dell’Orto botanico dell’Università di Bari, si terrà domani 19 ottobre ore 17.30 presso la sede dell'Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio in via Abbrescia 45/47 - Bari.

Un terreno abbandonato fino ad un anno fa e adesso recuperato alla coltivazione con notevoli difficoltà, rappresenta una piccola ma geniale soluzione per abbellire paesaggi tradizionalmente trascurati, creando luoghi urbani “verdi” di qualità, rallentare lo sviluppo dell’edilizia abusiva agendo contro il degrado del territorio e l'inquinamento ambientale e facilitare l’avvicinamento dei cittadini alla campagna senza uscire dalla città.




per maggiori informazioni
Adirt - Associazione Difesa Insediamenti Rupestri e Territorio
Via Abbrescia 45/47 - 70121 Bari
tel: 3394029450 - 3467965466

sabato 16 ottobre 2010

Da gennaio 2011 stop ai sacchetti di plastica non biodegradabili


Con colpevole ritardo l’Italia si adeguerà agli altri Paesi europei nella sostituzione degli inquinantissimi sacchetti di plastica. Dal primo gennaio 2011 infatti questi saranno messi al bando in tutta la nazione, e saranno sostituiti da quelli biodegradabili.

Una decisione tardiva, ma come si dice, meglio tardi che mai. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia rispondendo ad una interpellanza presentata alla Camera da Giulia Cosenza (Fli), ma anche dopo diverse richieste di associazioni ambientaliste, con Legambiente in testa, e persino dell’Europa che con la norma tecnica comunitaria EN 13432 aveva di fatto reso illegali gli shopper.

Ancora siamo indietro per quanto riguarda la sostituzione con contenitori più ecologici come i sacchi di iuta riutilizzabili, ma spiega Menia "è previsto l’avvio di un programma sperimentale volto a promuovere la progressiva riduzione della commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili".
Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo era chiamata nei giorni scorsi a decidere sulla proroga alla legge sulla messa al bando di tali sporte, in quanto secondo l’Ue non erano più tollerabili, ma ogni Paese poteva decidere in autonomia quando e come eliminarle. Ma gli appelli piovuti da ogni parte, affiancati all’opportunità di convertire la produzione degli shopper in plastica in buste biodegradabili con una durata di vita di non più di due anni (contro i quasi mille di un sacchetto normale), hanno accelerato il processo.

Il sottosegretario ha annunciato che per raggiungere questo scopo è stato stanziato un milione di euro, investito per “accompagnare” un radicale cambiamento dei comportamenti e del costume degli italiani. Il Governo si impegna così ad analizzare il ciclo di vita dei sacchetti biodegradabili, ad avviare una campagna di informazione per sensibilizzare la popolazione, e soprattutto a distribuire gli shopper più ecologici.

"Il ministero dell’Ambiente sta promuovendo una massiccia e capillare campagna di informazione del’opinione pubblica per renderla edotta di questa importante novità normativa ottemperando così ai suoi compiti istituzionali" ha concluso Menia.

mercoledì 13 ottobre 2010

SICUREZZA IN EDILIZIA / Obbligatori i piani di sicurezza in tutti i cantieri


Per qualsiasi cantiere i cui lavori comportino rischi particolari deve essere redatto un piano di sicurezza e di salute, a prescindere dal numero di imprese all’opera. Lo ha chiarito la Corte di giustizia europea in una sentenza depositata il 7 ottobre (procedimento C-224/09) interpellata dal Tribunale di Bolzano per chiarire il dettame della legislazione comunitaria e in particolare della direttiva 92/57 riguardante le prescrizioni di sicurezza nei cantieri. Esaminando la disciplina europea i giudici di Lussemburgo hanno osservato innanzitutto che «l’articolo 3, n. 1, della direttiva 92/57 esige che, nel caso di un cantiere in cui sono presenti più imprese, venga sempre nominato un coordinatore in materia di sicurezza e di salute al momento della progettazione dell’opera o comunque prima dell’esecuzione dei lavori».
Proseguendo nella disamina della normativa comunitaria i giudici hanno anche osservato che l’obbligo contenuto nella direttiva «deve essere inteso nel senso che esso vale per tutti i cantieri i cui lavori comportano rischi particolari, quali quelli elencati nell’allegato II di questa direttiva, o per i quali è richiesta una notifica preliminare, essendo irrilevante a tale riguardo il numero di imprese presenti nel cantiere». Un principio quindi che parrebbe valere anche per la nuova formulazione del comma 11 articolo 90 del nostri Tu sicurezza che confermando l’esonero ha inserito il tetto dei 100mila euro di valore dei lavori trasferendo però le funzioni del coordinatore per la progettazione a quello per la esecuzione dei lavori. Di qui la censura nei confronti della norma italiana che apre le porte a eccezioni sulla base per altro del numero di imprese presenti nel cantiere.
La direttiva spiegano ai giudici non consente a una norma nazionale di «derogare all’obbligo incombente al committente o al responsabile dei lavori di nominare un coordinatore per la sicurezza e la salute al momento della progettazione dell’opera o comunque prima dell’esecuzione dei lavori». In secondo luogo la direttiva non permette a una norma nazionale di limitare la stesura di un piano di sicurezza ai soli casi in cui in un cantiere di lavori privati non soggetti a permesso di costruire intervengono più imprese: il principio ispiratore è invece quello del profilarsi di rischi particolare per la sicurezza del cantiere.

martedì 12 ottobre 2010

DETRAZIONI 55% / Appelli alla proroga sul web


Continua il rincorrersi delle dichiarazioni sulle sorti delle detrazioni fiscali del 55% oltre il 2010.

Questa volta è il Viceministro all’Economia e Finanze Giuseppe Vegas a dichiarare, secondo il Sole24Ore di oggi a pag. 20, che la proroga del provvedimento è legata alle risorse disponibili, che non potrà comunque essere inserita all’interno della legge di stabilità (ovvero la finanziaria) e che, citiamo testualmente, “eventualmente vedremo se la proroga potrà arrivare con qualche norma, come ad esempio, i cosiddetti decreti di fine anno”.

Intanto viaggia sul web l’appello proposto dal mondo dei blog per la detrazione fiscale del 55% per gli interventi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici italiani che è in scadenza il prossimo 31 dicembre. I firmatari dell’appello fanno saper come da più parti e da diverso tempo, si sono susseguiti appelli e inviti al Governo per una proroga di questa agevolazione fiscale: prima le associazioni di categoria del settore, poi i sindaci e le Regioni, infine le commissioni Ambiente e Trasporti della Camera. Nell’appello si legge che ’si tratta di un provvedimento che ha reso possibile ai cittadini italiani di far eseguire interventi, spesso molto onerosi, di riqualificazione energetica delle proprie case contribuendo così non solo a evitare tonnellate su tonnellate di emissioni nocive in atmosfera, ma anche a diminuire la loro bolletta e far risparmiare al nostro Paese complessivamente circa 4500GW di energia. Gli incentivi hanno favorito lo sviluppo in questi anni del settore dell’efficienza energetica: gli interventi su finestre, caldaie, pannelli solari, ma anche soluzioni di isolamento termico delle pareti e dei tetti hanno reso possibile alle aziende più innovative e dinamiche del settore dell’edilizia di continuare a lavorare e crescere anche in questo momento di crisi. Senza la conferma del 55% il prossimo anno, il solo comparto dei serramenti si ridimensionerebbe di circa 1 miliardo di euro (dati UNCSAAL)’.

Secondo i promotori poi ‘le modalità di trasparenza nei pagamenti, e di rendicontazione all’ENEA hanno garantito da un lato l’emersione di migliaia di rapporti economici, in un settore ancora caratterizzato dalla presenza di ampie zone “grigie”, dall’altro la contabilizzazione degli interventi in vista dell’obbiettivo di risparmio energetico fissato dal Piano d’Azione nazionale (42.000gw entro il 2016). Gli obiettivi europei di sostenibilità saranno molto difficilmente raggiungibili senza la conferma e la rimodulazione della detrazione del 55%’.

La richiesta è quindi che uno dei primi atti da Ministro alle Attività produttive sia la proroga delle agevolazioni del 55%. In seguito a questo appello il comitato promotore fa spere che sul sito http://www.cinquantacinquepercento.it/ si può firmare, invitando anche rilanciare l’iniziativa su altri blog o siti.

lunedì 11 ottobre 2010

Emergenza rifiuti a Gioia del Colle (Ba)


Comune di Gioia del Colle (Ba) - Ordinanza n. 112 prot. 29258


IL SINDACO

VISTA la chiusura della discarica sita in Conversano, in esecuzione della Sentenza del TAR Puglia n. 3536/2010, giusta comunicazione del Consorzio ATO BA/5 n. 350 del 10 u.s;
CONSIDERATO che tale discarica risulta essere l'unica presso la quale è possibile conferire i rifiuti per il relativo smaltimento, previo trattamento di biostabilizzazione, sia per il Comune di Gioia del Colle che per altri 20 Comuni facenti parte dell'ATO BA/5;
RILEVATO che la Regione Puglia, competente per materia, è attivamente impegnata nella ricerca di una soluzione immediata per la gestione dei rifiuti nel Bacino BA/5;
RILEVATO conseguentemente che, per alcuni giorni, tale situazione comporterà inevitabili disagi a tutta la cittadinanza per la gestione dei rifiuti;
ACCERTATA la necessità e l'urgenza di dover ridurre al minimo disservizi e disagi causati da tale contingenza anche ai fini della igiene pubblica;
VISTO il D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli Enti Locali) e s.m.i.;


O R D I N A


Di non conferire il rifiuto indifferenziato al cassonetto, sino alla riattivazione del servizio di smaltimento in discarica;

Di raccogliere il rifiuto organico (scarti da cucina e da alimentazione ed altri indicati sul sacchetto in distribuzione) nelle apposite buste biodegradabili compostabili che saranno distribuite a tutte le utenze familiari nella giornata di lunedì 11 Ottobre da parte del personale della SPES Gioia S.p.A.;

Di posizionare dalle ore 6,00 alle ore 8,30 nelle giornate di martedì, giovedì e sabato il sacchetto per la raccolta del rifiuto organico a filo strada dinanzi alla propria abitazione al fine di consentire la raccolta porta a porta da parte del personale della SPES GIOIA S.p.A. Detta raccolta sarà effettuata nelle stesse giornate (martedì, giovedì e sabato) dalle ore 8,30 alle ore 11,00;

Di incrementare la raccolta di rifiuto differenziato (carta, cartone, plastica e vetro) da conferire ai cassonetti all'uopo destinati;

Chiunque è obbligato a osservare e far osservare quanto qui prescritto.

Il Comando Polizia Municipale, la SPES GIOIA S.p.A. e le altre componenti le Forze Armate del territorio sono incaricati dell'effettuazione dei necessari controlli.

Dalla Residenza Municipale lì, 10 ottobre 2010

IL SINDACO
Dott. Pietro LONGO

venerdì 8 ottobre 2010

Lame di Peucetia / Verso il documento programmatico preliminare


65.000 abitanti che abitano quattro città diverse, ma con tratti storici, economici, sociali e culturali simili; i paesaggi produttivi delle campagne, e il reticolo degli attraversamenti rurali che le lega intimamente; i rami della rete ecologica delle Lame San Giorgio e Giotta, indispensabile sistema naturale di regimentazione dell'acqua lungo cui é pietra la antica storia di questi luoghi: sono questi i principali caratteri che il Piano mira a integrare in una visione condivisa e durevole del territorio comune.
Da tempo le Amministrazioni di Turi, Sammichele di Bari, Gioia del Colle e Casamassima sono impegnate in programmazioni congiunte: unire le forze e le qualità migliori di ciascuna comunità si dimostra come il modo più efficace per dare risposte tangibili ai problemi presenti e per costruire prospettive per il prossimo futuro.
Il ruolo degli abitanti é quindi fondamentale per il Piano: la partecipazione é la forza essenziale per generare conoscenza (memoria, bisogni, opportunità) e immaginazione (desideri, idee, progetti), e tramutarle in strategie attuabili e condivise.
Prossimo appuntamento per i cittadini di Gioia del Colle (Ba) il prossimo 12 ottobre 2010 a partire dalle ore 17.30 presso la sala "De Deo" del Palazzo Municipale (ingresso da piazza Rossini), per preparare il Documento Programmatico Preliminare (DPP) al Piano Integrato di Sviluppo Territoriale (PIST) denominato "Lame di Peucetia".

martedì 5 ottobre 2010

DETRAZIONI 55%: possibile proroga al 2011


Il sottosegretario all’Economia e Finanze, Luigi Casero ha dichiarato che esiste una concreta possibilità “di prorogare la detrazione fiscale del 55% per gli interventi di risparmio energetico anche per l’anno 2011".

Gli incentivi, in scadenza il 31 dicembre 2010 sono serviti al settore dell’edilizia, allo sviluppo complessivo del Paese e al recupero di gettito, più di altri benefici fiscali per cui il sottosegretario ha riconosciuto la bontà della misura di incentivazione; tale strumento si è dimostrato utile e può essere messo in campo nell’ambito di un progetto complessivo di salvaguardia dei conti pubblici.

Casero ha inoltre affermato che occorre ridurre i contributi dati a fondo perduto a imprese che spesso non crescono, e destinare quelle risorse alle imprese che reinvestono gli utili, alla detrazione del 55% o ad altre manovre per il rilancio delle imprese.

Roberto Moneta, funzionario del Dipartimento Energia del Ministero per lo Sviluppo Economico ha annunciato, qualche giorno fa, che gli uffici tecnici del MSE stanno preparando una proposta tecnica, da sottoporre ai Ministri competenti, per la proroga della detrazione fiscale del 55% e per una ricalibratura della misura che privilegi gli interventi più efficaci in termini di risparmio energetico.

lunedì 4 ottobre 2010

Agenzia del Territorio / Al via la consultazione telematica delle planimetrie catastali


Con Provvedimento del Direttore dell'Agenzia del Territorio del 16/09/2010, Prot. n. 47477 sono state definite le modalità di consultazione telematica delle planimetrie catastali da parte dei soggetti abilitati alla presentazione telematica degli atti tecnici di aggiornamento del catasto edilizio urbano e dei pubblici ufficiali incaricati della stipula di atti concernenti beni immobili.

Il provvedimento si applica in riferimento alle planimetrie catastali delle unità immobiliari urbane, eccetto quelle relative ad immobili censiti nelle categorie:
•B/3, prigioni e riformatori;
•D/5, istituti di credito, cambio ed assicurazione;
•E/5, fabbricati costituenti fortificazioni e loro dipendenze.

Non sono inoltre utilizzabili planimetrie:
• di immobili che, anche se non appartenenti alle elencate categorie catastali, hanno la medesima destinazione d'uso;
• relative ad obiettivi sensibili per la sicurezza dello Stato;
• dichiarate non conformi, in quanto non redatte sulla base delle regole catastali.
La consultazione telematica delle planimetrie avviene previa sottoscrizione con firma digitale di apposita richiesta attraverso l'accesso al Sistema Telematico dell'Agenzia del Territorio (SISTER). Il soggetto richiedente dichiara di essere:
• professionista abilitato alla presentazione degli atti di aggiornamento catastale, incaricato da uno dei soggetti titolari di diritti reali sull'immobile, della redazione di atti tecnici di aggiornamento del catasto edilizio urbano, ovvero di adempimenti connessi alla stipula di atti concernenti l'immobile, nonché dall'autorità giudiziaria. Il soggetto richiedente è tenuto a conservare detto incarico professionale, in originale, per un periodo di 5 anni;
• notaio od altro pubblico ufficiale incaricato della stipula di atti concernenti l'immobile.

La data di attivazione del servizio sarà stabilita con comunicato del Direttore, pubblicato sul sito Internet dell'Agenzia del Territorio.
 
 

sabato 2 ottobre 2010

IN EDICOLA / La Piazza, bimestrale di informazione di Gioia del Colle, Sammichele di Bari e Acquaviva delle Fonti (n. 5/2010)


SOMMARIO GIOIA DEL COLLE

L’allegra gestione del teatro [di Donato Stoppini]
Rigenerazione Urbana=Maxi Variante al PRG [di Donato Stoppini]
Gioia/Fiera, sagra delle occasioni perdute [di Dalila Bellacicco]
Sagra della Mozzarella… dal sapore di Carta [di Dalila Bellacicco]
San Filippo e la fontana della discordia [di Dalila Bellacicco]
Il quartiere di Santa Lucia [di Nunzio Loporcaro]
Una guida turistica “fiera” di gioiesità [di Dalila Bellacicco]
Randagi - Problema irrisolto [di Dalila Bellacicco]
Claudia Notarnicola [di Dalila Bellacicco]
Francesco De Tommaso...in arte Lupini [di Dalila Bellacicco]
Domenico Ludovico [di Dalila Bellacicco]
L’incanto del canto di Angela Milano [di Dalila Bellacicco]
Premi poetici alle “Muse del Virgilio” [di Dalila Bellacicco]
Curiosando qua e là [di Donato Stoppini]
E’ nato il club delle “Cattive mamme” [di Dalila Bellacicco]
Secondo me… (pensieri sparsi su facebook) [di Olimpia Riccio]
Rapporto genitori figli [di Annamaria Castellana]
Strade [di Domenico Giannelli]
La controversa costruzione del lebbrosario [di Domenico Paradiso]
Il garzone [di Marisa D'Elia]
Pianeta sport [di Giuseppe Leronni]

venerdì 1 ottobre 2010

Si vende a prezzi più bassi e in più tempo


Confermata la lenta ripresa delle compravendite annunciata nel primo trimestre 2010 e ribadita dall’Istat. A rilevarlo è un’indagine del Centro Studi Ubh (United Business Holding) condotta nelle principali aree metropolitane interpellando le agenzie dei franchising di Professionecasa e Grimaldi Immobiliare. Nel terzo trimestre l’aumento di compravendite registrato è stato del +5,5%. E per fine anno si prevede un volume di scambi tra le 620mila e le 640mila unità, spiega Alessandro Ghisolfi, direttore dell’ufficio studi Ubh

Il rilancio del mercato immobiliare residenziale si deve alla diminuzione dei prezzi del 9% in media rispetto al 2009. Ma non solo, se le case tornano a vendersi è anche perchè i proprietari hanno accettato di vendere fino al 15% in meno del prezzo di partenza prefissato.

Dall’analisi emerge anche il crollo della domanda di case nei piccoli centri o nelle periferie del nord Italia, a causa della precarietà lavorativa e della diminuzione del credito che hanno investito le fasce più deboli della popolazione, giovani e immigrati. Le più difficili da collocare sono le case nuove, in particolare, dei cantieri partiti nel 2007.

Aumentano i tempi di vendita nei primi nove mesi del 2010, secondo i dati del centro studi Ubh, anche nelle aree semicentrali delle grandi città, perché la classe media fa più fatica ad acquistare.

Le case più lente da vendere sono quelle situate nei dei centri città, spesso proprio a causa del loro elevato prezzo, che ne allunga le trattative.

Per vendere casa al centro capitolino occorrono ben 8 mesi a confronto dei 6 mesi e mezzo della periferia. Fenomeno analogo a Torino dove una casa al centro si vende in 9 mesi mentre in periferia ne occorrono 7,7. Ma a Milano, Genova e Napoli tempi di vendita fra centro e periferia più o meno si equivalgono. Capovolti invece i tempi di vendita medi a Catania, Palermo, Messina e Firenze dove, spostandosi verso le aree periferiche, i tempi si allungano di circa un mese.

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