giovedì 3 settembre 2009

Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. La Regione Puglia approva una proposta di mobilità sostenibile.



Uno studio di fattibilità per trasformare, in percorso ciclabile, la strada di servizio del canale principale dell’Acquedotto Pugliese. La Giunta regionale ha approvato, nella seduta di martedì 9 giugno, su proposta dell’Assessore ai Trasporti, Mario Loizzo, il progetto di conversione frutto del protocollo di intesa tra l’Acquedotto e la Regione Puglia. Il percorso è compreso tra la città di Venosa (Potenza) e la città di Grottaglie (Taranto), con bretella di collegamento Bari-Gioia del Colle.
La rete ciclabile regionale va dunque ad incrementarsi di una nuova arteria, un nastro verde, di notevole rilevanza strategica e di assoluto rilievo storico, culturale e paesaggistico-ambientale, che, essendo chiusa al traffico motorizzato, sarà una vera e propria greenway ovvero un parco lineare della “mobilità lenta” per gli spostamenti e lo svago nella natura. Il progetto CY.RO.N.MED., che coinvolge i paesi del mediterraneo, integrando la rete ciclabile nazionale BicItalia con la rete europea EuroVelo, vede ora la nostra città coinvolta da due itinerari ciclabili. Il primo itinerario interessa la strada ferroviaria dismessa Gioia del Colle-Palagianello (cfr. La Piazza n. 2/2008) e il secondo, appunto, il tratto del canale dell’acquedotto.
Il progetto della Ciclovia dell’Acquedotto, sarà realizzato per stralci funzionali, partendo dal territorio della Valle d’Itria, connotato dalla sua spiccata offerta turistica, per una lunghezza di 35-40 km, da Grottaglie-Villa Castelli per risalire a monte fino a Locorotondo-Alberobello, sfruttando la presenza, lungo il tracciato, delle stazioni delle Ferrovie Sud Est (Alberobello, Locorotondo e Martina Franca) e di Trenitalia (Grottaglie).
Per portare celermente a compimento l’intero tragitto, il governo regionale intende reperire le necessarie risorse finanziare dall’Unione Europea, considerandone la naturale prosecuzione “ad innesto” con la EuroVelo n. 5 Londra-Brindisi.
I vantaggi per il nostro territorio, come per tutte le comunità interessate dall’itinerario, sono notevoli considerando la possibilità di fruizione di quella striscia di asfalto, ora impedita, che sotterra il canale dell’acquedotto, segnando profondamente il territorio rurale. Proprio per questo aspetto, la possibilità di rendere finalmente sfruttabile questo percorso rappresenta un’opportunità per mettere in risalto la biodiversità del territorio e per porre riparo alla ferita, perpetrata nel passato, nell’utilizzo indiscriminato delle risorse naturali per creare infrastrutture, comunque importanti, senza considerarne le dominanti ambientali.
Questi progetti sono senz’altro meritevoli di considerazione per la maggiore attenzione riservata al territorio che, da terra di conquista, diventa risorsa da valorizzare.
La nostra città ha, nel frattempo, il dovere di pianificare la propria rete ciclabile a scala urbana-periurbana, da innestare a questi percorsi e non deve limitarsi, come purtroppo già avvenuto, a tracciare un nastro blu, senza capo né coda, che dimostra come le scelte non condivise e partecipate portano sempre a risultati di poco pregio.
Nunzio Loporcaro
pubblicato sul periodico locale La Piazza, n. 4, luglio-agosto 2009
www.la-piazza.it/giornale.html


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