mercoledì 19 ottobre 2011

ECOSISTEMA URBANO 2011 / Una sorpresa per la città di Taranto



Taranto meglio di Lecce e Foggia. Taranto davanti a Como, Varese, Grosseto. E’ questa la classifica che ci consegna il diciottesimo rapporto sull’ecosistema urbano condotto da Legambiente e Ambiente Italia, in collaborazione con “Il sole 24ore”.

Quest’anno i 104 capoluoghi di provincia sono stati divisi in tre sezioni: città grandi (oltre 200mila abitanti), città media (tra 80 e 200mila abitanti); città piccole (meno di 80mila abitanti). Il capoluogo ionico è stato inserito tra le città medie e nella classifica finale si è piazzato al 27° posto. In cima c’è la nordica Bolzano; in coda Siracusa. In questa stessa fascia si trovano gli altri capoluoghi pugliesi ad eccezione di Bari che occupa l’undicesima posizione tra le città grandi. La capitale dell’inquinamento industriale se la cava meglio delle altre province pugliesi (Lecce 33°, Brindisi 36°, Foggia 40°), che pure non devono fare i conti con i carichi industriali ed ambientali che sopporta Taranto. Un risultato inatteso che mette in luce elementi noti e meno noti.

L’INQUINAMENTO
Le sorprese maggiori arrivano proprio da questi valori. Stando all’indagine di Legambiente relativi al 2010, le polveri sottili in atmosfera (il cosiddetto Pm10), presentano una media annua di 25 nanogrammi per metro cubo. Con questo dato Taranto si trova nella parte alta della classifica, all’ottavo posto, cioè tra le città meno inquinate. Meglio ancora di Taranto riesce a fare Brindisi, (quarto posto) con 23,3 nanogrammi. Secondo questa speciale classifica, nel capoluogo ionico ci sarebbero meno polveri sottili che a Modena, Bergamo, Vicenza. Per le emissioni di biossido di azoto Taranto è 14°, tra le città medie. Tra le prime tre figurano Brindisi e Lecce. Contenuta anche la presenza di ozono che pone il capoluogo ionico all’11° posto.
RISCHIO INDUSTRIALE
E’ la stessa Legambiente, però, a richiamare nel rapporto il rischio industriale. L’Ispra, infatti, recentemente ha realizzato il censimento degli impianti a rischio di incidente rilevante nei territori comunali dal quale è emerso che la presenza di stabilimenti chimici, raffinerie, depositi di olii minerali, è fonte di notevole pressione per l’uomo e l’ambiente. Tra le 48 città prese in considerazione dallo studio, emergono 8 centri urbani in cui la concentrazione di impianti a rischio è davvero notevole: Ravenna, Venezia, Genova, Napoli, Brescia, Livorno, Roma e Taranto.
RIFIUTI
In tema di recupero e riciclo, il capoluogo ionico non brilla. La raccolta differenziata si ferma al 4,4%. Peggio di Taranto riesce a fare solo Siracusa con il 3%. In questo ambito le città del Nord distanziano nettamente quelle meridionali. La prima della classe è Novara con il 72,4%. Unica eccezione è Salerno, seconda, con il 70,7%. Lecce, Brindisi e Foggia fanno meglio di Taranto rispettivamente con 12,9%, 11,9% e 10,8%. In riva allo Jonio si differenzia pochissimo ma si producono molti rifiuti. Ogni tarantino mediamente ne produce 618,4 chilogrammi all’anno. Siamo a metà classifica (27° posto) tra i 442,9 kg di Monza e gli 857,7 di Rimini che però realizzano entrambe oltre il 50% di differenziata.
TRASPORTI E VERDE PUBBLICO
Contrariamente a quanto si possa pensare le auto circolanti non sono tantissime: 59 ogni cento abitanti (7° posto ex aequo con Parma e Brindisi). A Lecce sono 68. Poco diffusi i motocicli: 9 ogni 100 abitanti; 6 a Foggia (la meno propensa alle due ruote tra le città medie), 12 a Lecce. In tema di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, Taranto figura al 23° posto con una media di 63 viaggiatori. Molto elevata è invece la percorrenza dei bus che è pari a 44 km e che fa posizionare il capoluogo ionico al 5° posto. Un risultato dovuto, con tutta probabilità, alla particolare conformazione dell’area urbana lunga e sfilacciata. Maglia nera in tema di mobilità sostenibile: ultimo posto ma in buona compagnia: Brindisi, Latina, Lucca, Pescara, Prato e Varese. Va anche peggio per quanto riguarda le piste ciclabili: appena 16 centimetri ogni 100 abitanti. Fa peggio soltanto Siracusa.
La mancata disponibilità di dati impedisce di avere un quadro chiaro in tema di verde pubblico ed isole pedonali. Con tre “nd” di fila, Taranto inanella altrettanti ultimi posti in questi parametri.
ENERGIA E CERTIFICAZIONI AMBIENTALI
Una delle città più soleggiate d’Italia detiene la maglia nera in fatto di presenza di pannelli solari e fotovoltaici sugli edifici: zero spaccato. L’asterisco ci avverte, però, che si tratta di un dato del 2009. Per cui non ci resta che sperare che quando saranno disponibili, i dati del 2010 riscattino, almeno parzialmente, questa pessima figura.
Nemmeno tre imprese su mille hanno una certificazione ambientale Iso 14001. Decisamente poco per una realtà con le criticità ambientali ed industriali di Taranto.


fonte: Corriere del Giorno

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