mercoledì 25 marzo 2009

PIETRE MAESTRE / elaborato tecnico riferito ai particolari sull'architettura in pietra a secco di Gioia del Colle

PIETRE MAESTRE è il titolo del volume che la Pro Loco pubblica sulle testimonianze dell'arcaica e affascinante Architettura della pietra a secco presenti nel territorio di Gioia del Colle.
La prima parte del testo contiene un elaborato tecnico del Dottor TOMMASO BIANCO, noto e compianto professionista gioiese.
La seconda parte ospita incursioni di PINO DENTICO e GIANFRANCO AMATULLI tra le strutture dell'Architettura vernacolare.
Oltre 170 immagini a colori.
Tavole grafiche, fuori testo, a cura di NUNZIO LOPORCARO.

presentazione del volume

giovedì 2 aprile 2009, ore 18.30

salone Scuola Elementare "G. Mazzini"

piazza Umberto I, Gioia del Colle


Interventi qualificati di
  • MICHELANGELO DRAGONE, architetto e vice presidente della Società Internazionale per la Pietra a Secco
  • FERDINANDO FELICE MIRIZZI, docente di antropologia culturale - Università della Basilicata

martedì 24 marzo 2009

DAI GIORNALI / La Matera - Gioia del Colle resta un «sogno»


Uno dei sogni della città dei Sassi è la Matera - Gioia del Colle, una arteria che consentirebbe al capoluogo di provincia lucano di collegarsi agevolmente con la rete autostradale. Un sogno, dicevamo, perchè a dispetto delle manifestazioni di interesse sull’opera palesate nel corso di questi anni, di concreto ancora non c’è nulla, comprese le risorse necessarie per il progetto Murgia - Pollino, la “Strada dei Tre Mari”. E non è un caso che proprio ieri a Roma il sindaco Emilio Nicola Buccico abbia colto la palla al balzo, al margine del congresso che ha sancito il definitivo approdo di An nel Pdl, per portare sia pure in maniera informale all’attenzione del Governo, uno dei nodi infrastrutturali di Matera che si inserisce nel cosiddetto corridoio trasversale A14 - A3. «Ho avuto un breve colloquio con il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli - ha detto il sindaco Buccico - proprio sulle prospettive di miglioramento stradale della Matera - Gioia del Colle. Con il ministro ho concordato un appuntamento per mercoledì a Roma». Dunque Buccico incalza il Governo sulla questione. Del resto in tempi non sospetti il primo cittadino di Matera ha rimarcato l’importanza dell’opera ritemuta di particolare interesse strategico per la città. In questa battaglia Buccico non sarebbe solo considerato che in più circostanze le associazioni di categoria hanno evidenziato come sia indispensabile procedere a raccordare la città dei Sassi all’autostrada con notevoli benefici anche sul piano commerciale. L’assessore regione alle Infrastrutture, Innocenzo Loguercio non nasconde invece il proprio pessimismo. «Nei mesi scorsi eravamo in attesa di conoscere quale fosse la volontà effettiva del Governo di intervenire rispetto ad alcune opere. Al momento, però, i buoni propositi sono rimasti soltanto sulla carta, fatta eccezione per i 36 milioni che riguardano la statale jonica sul versante calabro- lucano stanziati recentemente dal Cipe. Speravamo che la Matera - Gioia del Colle fosse compresa nel riparto dei fondi Cipe ma così non è stato. Ritengo quindi che non ci siano giustificazioni di sorta per il mancato finanziamento, un intervento per il quale il governo Prodi non ebbe la possibilità di individuare le risorse in quanto all’e poca l’Anas non aveva ancora approntato il progetto dell’opera». E sul finanziamento del Governo per l’attuazione del Programma delle infrastrutture strategiche era intervenuto pure l’assessore provinciale Giuseppe Dalessandro esprimendo il suo giudizio negativo e parlando di un sogno nel cassetto tanto per la Matera - Gioia, quanto per il raddoppio della Matera - Basentana e il completamento della linea ferroviaria Ferrandina - Matera. Dalessandro si era inoltre soffermato sulla inutilità della realizzazione del primo lotto della Bradanica, detto La Martella. Per l’assessore alle Infrastrutture della Provincia sarebbe invece stato opportuno adeguare la vecchia provinciale e dirottare gli 86 milioni di euro sulla Matera - Gioia del Colle. Sul mancato finanziamento di quest’opera si era soffermato pure il segretario cittadino del Pd, Espedito Moliterni.

Donato Mastrangelo
La Gazzetta del Mezzogiorno 23/3/2009

domenica 22 marzo 2009

Comprare o non comprare casa?


Comprare casa resta una tappa della vita, un obiettivo geneticamente presente negli italiani, nei quali resta incrollabile anche la convinzione che gli immobili siano l’impiego più sicuro. Ma dopo la recente bolla del mercato immobiliare, che ha colpito progressivamente a macchia di leopardo tutto il mondo, il dibattito e l’attenzione sul tema della casa si sono fatti sempre più caldi.Le preoccupazioni sono tante non solo per chi è già proprietario (in Italia, la quota di popolazione che possiede un immobile è tra le più alte del mondo: oltre il 73%), ma soprattutto per tutti coloro i quali stanno valutando l’ipotesi di acquistare casa. E il dilemma è shakespeariano: comprare o non comprare?Vediamo insieme 5 buoni motivi per compiere questo importante passo entro pochi mesi, in piena crisi, e altrettanti 5 buone motivazioni che spingono a rimandare l’acquisto a tempi migliori e più sereni.

  • 5 motivi per non acquistare casa quest’anno

1) PREZZI ANCORA TROPPO ALTI
Il mercato immobiliare è quello che maggiormente sta risentendo della crisi economica. Ma il prezzo del mattone, se scende negli altri Paesi, resta ancora alto nella in Italia, dove la bolla scatenatesi dopo il 2001 non è ancora scoppiata. Anche se le compravendite sembrano diminuire - segno di un mercato congelato - le quotazioni, quasi irremovibili nel loro andamento al rialzo, non sembrano infatti esserne troppo infastidite.
I dati del Centro Studi di Confindustria indicano che al centro di Milano a dicembre 2008 si è registrato un incremento dei prezzi al metro quadro del 2%. Mentre a Londra, una delle città europee più colpite dallo tsunami finanziaria, i prezzi delle case - alle stelle fino a pochi mesi fa - sono diminuiti a dicembre del 5%.
Un caro-mattone che trova conferma anche nello studio Federconsumatori e Adusbef: per acquistare un appartamento di 90 mq in una zona semicentrale di una grande area metropolitana, si è passati da 15 anni di stipendio necessari nel 2002 ai circa 20 anni nel 2008, con un incremento pari al 46%.

2) TEMPI DI VENDITA ELEVATI
Si allungano i tempi di vendita della casa: 4 mesi e mezzo nelle grandi città e fino ai 6 mesi nell’hinterland. Tempi duri, quindi, per chi vuole acquistare casa.
Secondo un’analisi di Tecnocasa siamo di fronte ad una realtà contrassegnata da una maggiore offerta di immobili sul mercato, da una domanda più selettiva e prudente e da un allungamento delle tempistiche di vendita. Dati che ci forniscono l’idea di quello che ormai da mesi sta accadendo: un enorme gap tra le richieste dei potenziali venditori e la disponibilità di spesa dei potenziali acquirenti che comportano trattative più lunghe ed inevitabilmente i tempi necessari per concludere la compravendita si dilatano.
E nei prossimi mesi la situazione non subirà cambiamenti significativi, sebbene fare delle previsioni diventi sempre più arduo alla luce della situazione macroeconomica del Paese.

3) IL PRECARIATO AVANZA
Il 2009 non è più una previsione, ma un’amara certezza: sarà l’annus horribilis dell’economia mondiale e noi ci siamo dentro. È nell’occupazione che si paga il prezzo umano più caro. Sta crollando e i numeri parlano chiaro: secondo l’Inps, nel mese di febbraio il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 533,17% rispetto allo scorso anno. E poi, secondo la Cgil, la crisi ha già messo a rischio 4 milioni di posti di lavoro (il 20% della forza lavoro): sono quelli dei precari, che una volta perso l’impiego non avranno più nessuna forma di sussidio e di garanzia.
Una disfatta che non trova soluzione nell’immediato e che non fornisce garanzie neanche ai dipendenti della pubblica amministrazione. Secondo i dati forniti da Cgil e Ragioneria dello Stato, sono circa 400.000 i precari di questo settore che potrebbero rischiare il posto di lavoro.
Quale lavoratore si sente, quindi, così sicuro delle proprie finanze da decidere di comprare casa e indebitarsi per oltre 30 anni per ripagare le rate del mutuo?

4) RESTRIZIONE DEL CREDITO
Il boom dei mutui è terminato e questo fa sì che le risorse finanziarie a disposizione degli acquirenti sul mercato si siano ridotte. Inoltre le famiglie hanno imparato a loro spese a valutare il costo dei mutui in maniera corretta, dopo averne sottostimato l’onere nel corso degli anni passati. Il mercato immobiliare si trova così in una fase stagnante in cui dominano le ristrettezze economiche (leggi: la crisi della quarta settimana) e l’impossibilità a chiedere credito agli istituti finanziari che hanno alzato le barriere per l’accesso ai mutui (leggi: la crisi del credit crunch).
Per far fronte a questo problema da più parti si chiede la messa in campo di una forte politica di investimento. Ma la sostanza per ora non cambia: ancora per molti mesi si continueranno a riscontrare enormi difficoltà ad accedere ai mutui per l’acquisto della casa. E a risentirne saranno soprattutto le famiglie monoreddito e i lavoratori con contratti a tempo determinato, tagliati fuori dal sistema bancari perché privi di garanzie.

5) SOVRAINDEBITAMENTO
Come si può richiedere un mutuo di durata ultraventennale se già non si è in grado di pagare a fine mese le rate della macchina o del frigorifero? Il problema del sovraindebitamento è ormai esploso a livello nazionale e non riguarda solamente i piccoli commercianti. Secondo l’allarme lanciato dalla Fondazione antiusura, i segnali di un allargamento del fenomeno sono sempre più marcati, sostenuti dalle crescenti difficoltà economiche in cui si trovano le famiglie. Tanto che si avvicinano a un milione il numero di quelle irreversibilmente indebitate e rimaste intrappolate in una catena di prestiti e finanziamenti. Un fenomeno che già nel 2007 ha fatto registrare un aumento record del 41,1%.
Per la Consulta nazionale delle Fondazioni antiusura, “ad essere ingestibile è soprattutto il debito a lunga scadenza, specie per le abitazioni”. Una situazione che si fa più che inquietante, dal momento che questa crisi economica ha degli sviluppi ancora imprevedibili e che sono poi le famiglie normali, con due redditi in media, e spesso un mutuo per la casa a non farcela più a onorare i prestiti.

  • 5 motivi per acquistare casa quest’anno

1) È UN OTTIMO INVESTIMENTO
Avere una casa di proprietà è sempre una certezza, anche in tempi di crisi. Il mattone è il miglior sistema per veder accrescere il patrimonio personale, proprio quando moltissimi investitori schiacciati dalla crollo finanziario sono costretti a mollare la presa e a svendere gli investimenti immobiliari. Acquistare, dunque, proprietà immobiliari ad alto rendimento o con prospettive interessanti è l’alternativa alla borsa, caratterizzata invece dall’altissima volatilità.
Nessuno, infatti, può prevedere quando finirà la crisi, mentre il mercato immobiliare resterà sempre affidabile, perché nonostante tutto si muove lentamente e resta sempre un rifugio solido. Ciò che attualmente pesa sono le difficoltà nel comprare, legate anche alla sfiducia del momento. Ma chi dispone di liquidità può trovare la sua occasione e anche una possibilità di redditività, magari affittando poi l’immobile.

2) I TASSI SONO AI MINIMI
La crisi economica continua almeno ad avere l’effetto positivo di far scendere i tassi delle rate dei mutui. L’Euribor a tre mesi, su cui è indicizzato il calcolo dei prestiti per l’acquisto di una casa, ha infatti toccato il nuovo minimo, portandosi all’1,80%. Ma si tratta di record che vengono infranti giorno dopo giorno, per la gioia di tutti coloro che hanno un mutuo a tassa variabile o stanno per accendere un prestito per comprare casa. E le belle notizie non finiscono qui: per quanti fossero ancora indecisi sull’acquistare o no un immobile, potrebbe essere davvero rassicurante la notizia che la recessione sta inducendo la Banca centrale europea a ridurre il costo del denaro a livelli mai visti finora nella storia dell’istituzione: il tasso dell’Eurotower è sceso all’1,5%. Ottima percentuale a cui ancorare un mutuo, come prevede il provvedimento anti-crisi: da quest’anno, infatti, tutte le banche potranno offrire ai loro clienti mutui indicizzati proprio al tasso Bce e non più solamente all’Euribor.

3) MAGGIORE DISPONIBILITÀ DELLE CASE
La crisi finanziaria ha colpito tutti senza lasciare fuori nessuno, neanche il mercato immobiliare. Proprio per questo motivo, non c’è mai stato momento più idoneo per portare a termine ottimi acquisti: basta seguire solo alcune indicazioni per concludere un ottimo affare. Le quotazioni medie delle case sono diminuite dell’1,1% in media e, in città come Bologna e Milano, hanno raggiunto picchi del 4%.
Dal momento che le agenzie immobiliari registrano forti cali nelle richieste di acquisto di immobili, è facile ottenere forti sconti dai venditori. I requisiti adatti per trovare ottime case con prezzi contenuti sono: i collegamenti con mezzi pubblici nelle vicinanze, zone ben servite, sicure e meglio ancora se in corso di riqualificazione. Inoltre si può sempre investire nelle zone che di qui a poco possono essere rivalutate, puntando su quartieri in fase di ristrutturazione.
Si potrà parlare, allora, più che di ottimo affare, di un ottimo investimento in quanto si passerà dai 250 mila euro per un bilocale da 50 mq acquistato ad inizio 2009, ai 350 mila euro di fine 2010.

4) SFRUTTURE LE AGEVOLAZIONI
Nell’acquisto di una casa non bisogna mai sottovalutare le detrazioni che si possono richiedere e che permettono di ammortizzare le spese. Dall’Agenzia delle Entrate arrivano le ultime novità: da quest’anno è in vigore la detraibilità dall’Irpef del 19 % dei compensi pagati agli intermediari immobiliari per l’acquisto dell’immobile da adibire ad abitazione principale, per un importo non superiore a 1.000 euro. In mancanza di un contratto definitivo d’acquisto, il contribuente può comunque beneficiare della detrazione anche in presenza del solo preliminare di vendita registrato, a condizione, però, che le parti stipulino poi il contratto definitivo.
Inoltre, grazie alle proroghe inserite nelle Finanziarie 2008 e 2009, ci sono altre sforbiciate cospicue dell’Irpef che si legano agli immobili. Il Fisco permette di richiedere agevolazioni anche per l’acquisto entro il primo semestre 2012 da imprese o cooperative che abbiano iniziato il recupero edilizio lo scorso anno. Gli importi massimi su cui applicare la percentuale di detrazione corrispondono a 77.468,53 euro per le spese fino a tutto il 2002 e a 48.000 per gli anni successivi, da suddividere in dieci rate annuali.
Ma la dichiarazione dei redditi 2009 porta con sé anche l’aumento del limite di detraibilità al 19% per gli interessi passivi sui mutui prima casa, ora elevato a 4.000 euro.

5) ALL’ESTERO È MEGLIO
La voglia di chiudere un buon affare e comprare casa si può concretizzare soprattutto oltre Oceano. Con questa passione sfrenata per il mattone si spiega l’aumento del numero degli italiani che sceglie di comprare un immobile oltreconfine. Los Angeles, San Francisco e, naturalmente, New York sono alcune delle mete più ambite da chi ha intenzione di acquistare. E sono mete che promettono di restare appetibili soprattutto nei prossimi mesi per via della crisi determinata dai mutui subprime e del calo del dollaro rispetto all’euro. Secondo Scenari Immobiliari, nel 2008 sono stati oltre 29mila gli immobili acquistati all’estero, il 12,3% in più dell’anno precedente. “Oltreconfine - spiegano gli esperti - c’è più offerta rispetto all’Italia. Soprattutto negli Stati Uniti, ma anche nei Paesi che affacciano sul Mediterraneo, come Grecia, Spagna e Turchia, è possibile acquistare immobili di buona qualità a prezzi di gran lunga inferiori rispetto al BelPaese”.

giovedì 19 marzo 2009

PIANO CASA / Le misure contenute nella bozza di decreto

È ormai noto a tutti che il Governo, con l’obiettivo di risollevare il settore edilizio e, più in generale, l’economia, ha elaborato un pacchetto di misure definito “Piano Casa”.Il “Piano Casa” dovrebbe comporsi di due provvedimenti: un Decreto, varato dal Consiglio dei ministri, con le misure più urgenti per l’edilizia e un disegno di legge, da approvare successivamente, contenente alcune modifiche al Testo unico dell'edilizia e al Codice dei beni culturali.Le misure contenute nella bozza di decreto, che secondo i “rumors” riprendono in gran parte quelle previste dal D.D.L. approvato dalla Giunta Regionale del Veneto, sarebbero le seguenti:

Ampliamento edifici esistenti

Prevista la possibilità di ampliare gli edifici esistenti, nei limiti:

• del 20% del volume, se destinati ad uso residenziale o assimilato;

• del 20% della superficie coperta se adibiti ad uso diverso.

È previsto che l’ampliamento possa essere realizzato in contiguità rispetto al fabbricato esistente; nel caso in cui ciò risulti impossibile (per ragioni giuridiche o materiali) potrà essere autorizzata la costruzione di un corpo edilizio separato, di carattere accessorio e pertinenziale.In caso di edifici composti da più unità immobiliari l'ampliamento potrà essere realizzato anche separatamente per ciascuna di esse, compatibilmente con le leggi che disciplinano il condominio negli edifici, fermo restando il limite complessivo.

Demolizione e ricostruzione

La bozza di “Piano Casa” incentiva la demolizione e la ricostruzione degli edifici realizzati anteriormente al 1989, non soggetti a particolari forme di tutela, con aumenti:

  • fino al 30% del volume esistente per gli edifici residenziali o assimilati;
  • fino al 30% della superficie coperta per quelli adibiti a uso diverso.
  • fino al 35% in caso di utilizzo di tecniche costruttive della bioedilizia o che prevedano il ricorso alle energie rinnovabili.

Agevolazioni sui contributi concessori

Il provvedimento prevede una riduzione del 20% degli oneri di costruzione (del 60% in caso di edificio o unità immobiliare destinati a prima abitazione del richiedente o di un parente o affine entro il terzo grado di parentela).Il contributo dovuto in caso di demolizione e ricostruzione è determinato in ragione dell'80% per la parte eseguita in ampliamento e del 20% per la parte ricostruita. E' comunque ulteriormente ridotto del 50% in caso di edificio o unità destinati a prima abitazione.

Tutti gli interventi devono essere realizzati nel rispetto delle norme di tutela dei beni culturali e paesaggistici e sono subordinati al rilascio del permesso di costruire. Il decreto fissa i paletti per il rilascio del permesso. L'autorizzazione non potrà riguardare fabbricati ultimati dopo il 31 dicembre 2008 e dovrà essere presentata entro il 31 dicembre 2010. Nel caso di ricostruzione dell’edificio su area diversa, l'area originariamente occupata dal fabbricato demolito dovrà essere gravata da un vincolo di inedificabilità. Non potrà essere riconosciuto, infine, alcun aumento di volume o di superficie ai fabbricati, anche parzialmente, abusivi soggetti all'obbligo della demolizione, così come agli edifici che sorgono su aree demaniali o vincolate ad uso pubblico o dichiarate inedificabili per legge, sentenza o provvedimento amministrativo.

martedì 17 marzo 2009

Detrazione 55%: a breve il modulo di comunicazione


Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha risposto alla lettera inviata da Uncsaal lo scorso 4 marzo per lamentare il ritardo nell’emanazione del modello di comunicazione per i contribuenti che intendono usufruire della detrazione del 55% per le spese di riqualificazione energetica degli edifici, e del decreto per la semplificazione di adempimenti e procedure, previsti dalla legge 2/2009 e attesi per il 28 febbraio scorso.

Nella lettera inviata all'Uncsaal, il Direttore assicura che l’Agenzia sta ultimando il provvedimento che disciplinerà il contenuto della comunicazione, nonché le modalità e i termini di presentazione della stessa da parte dei contribuenti.

L’Agenzia delle Entrate – continua la lettera – sta predisponendo la nuova comunicazione impegnandosi a semplificare gli adempimenti a carico dei contribuenti, come previsto dal decreto anticrisi. Si tratta, ricordiamo, delle modifiche al DM 19 febbraio 2007.

“In relazione alle preoccupazioni manifestate - si legge ancora nella lettera dell’Agenzia -, si fa presente che continuano ad essere richiesti gli stessi adempimenti previsti anteriormente all’entrata in vigore del decreto “anticrisi”, fino all’emanazione dei relativi provvedimenti di attuazione, senza alcun pregiudizio per i lavori concernenti gli interventi di riqualificazione energetica in corso durante tale periodo.”

lunedì 16 marzo 2009

DAI GIORNALI / Lodo Alfano ai geometri



Lodo Alfano ai geometri
L'Italia è un paese poco costruito, dalle coste ancora vergini, mai lambito dalla speculazione edilizia. Ecco il piano governativo per dare finalmente un futuro a un settore ancora ai primi passi

Ripartire dal mattone: come non averci pensato prima? L'Italia è un paese poco costruito, dalle coste ancora vergini, mai lambito dalla speculazione edilizia. Ecco dunque il piano governativo per dare finalmente un futuro a un settore ancora ai primi passi.
Aumento della cubatura Ogni italiano, ha spiegato Berlusconi, potrà aumentare del 20 per cento la cubatura della propria casa. Il sistema più pratico è sfondare una parete e annettersi una stanza del vicino, il quale a sua volta si rivarrà con un altro vicino.
Il condomino più esterno, non potendo espandersi ai danni di alcuno, costruirà un'enorme protuberanza sulla facciata, oppure sfonderà il tetto erigendo un superattico. Il classico circolo virtuoso che imita il modello del termitaio: ogni palazzo aumenterà di dimensioni fino ad assumere la tipica forma di un gigantesco panettone bitorzoluto. Gli esperti del governo suggeriscono di aggiungere alla malta grandi quantità di lievito: un locale di venti metri cubi potrà gonfiarsi, in una sola notte, fino alle dimensioni della Sagrada Familia.
Lodo Alfano Previsto per le tre più alte cariche dello Stato, ora è esteso anche ai geometri. Il primo a usufruirne è un geometra di Conegliano Veneto che ha progettato centinaia di ville bianche con portico ad arco, infissi di alluminio, botti interrate e pozzo finto, il tutto sopraelevato su montarozzi di terra lungo la Statale.
Condannato dalla Corte dell'Aja per crimini contro l'umanità, detto "il Milosevic della carta millimetrata", noto per avere suggerito a un cliente di perlinare anche l'automobile in tinta con la tavernetta, ora è libero di esercitare e non è più costretto a lavorare solo per una ristretta clientela di non vedenti.
Villette a schiera interregionali Evoluzione della normali villette a schiera. L'idea è di costruire una fila di villette a schiera così lunga da unire diverse regioni. Il primo lotto dovrebbe partire da Torino e raggiungere Trieste, interrando autostrade e ferrovie per non interrompere la continuità tra le siepi di ligustro e le fioriere con le petunie (l'Ansaldo ha già progettato fioriere di dieci chilometri).
Poiché già nelle attuali villette a schiera sono pochissime le famiglie che riescono a rincasare ogni sera in quella giusta, è stato affrontato e risolto il problema dell'orientamento: due enormi videocitofoni (uno a Torino, uno a Trieste) daranno indicazioni ai proprietari che avessero percorso l'intera tratta senza riconoscere il proprio portone.
Clonazione Ogni comune italiano, anche se piccolissimo, potrà finalmente costruire una città satellite nei pressi dell'attuale centro abitato, sul modello di Milano Due, con laghetto dei cigni, vialetti e ponticelli, e palazzi di dieci piani con facciata a specchio per riflettere laghetto, vialetti e ponticelli. I sindaci dei paesi di montagna si sono detti interessati ma hanno chiesto di potere imbragare con reti metalliche i caseggiati sospesi sui dirupi.
Ponte sullo Stretto Ospiterà anche una pista ciclabile, un tram a cavalli, un percorso-vita per i pedoni e un autogrill con specialità di pesce. Sul modello di Ponte Vecchio a Firenze, sono previste anche aree commerciali con botteghe di lusso, e vie di fuga per gli abusivi inseguiti dai commercianti. A causa del pittoresco affollamento di turisti e di curiosi, le automobili potranno evitare di ingorgarsi sul Ponte ricorrendo al pratico sistema di traghetti già in uso.
Lego in previsione dell'esaurimento delle scorte di calcestruzzo, verranno immessi sul mercato nuovi Lego giganti, a sei buchi e quattro buchi, con i quali ogni italiano potrà edificare una villa rossa e gialla, personalizzata.
Pollaio Il tradizionale condono del pollaio, trasformato in villetta per gli ospiti, verrà facilitato con l'introduzione di una nuova figura giuridica: la gallina intestataria di prima casa.
(Michele Serra, da L'Espresso 12 marzo 2009)

sabato 14 marzo 2009

TARANTO / Vendita case del Comune: il sì della Regione



Via libera alla vendita del patrimonio di alloggi di edilizia residenziale pubblica del comune di Taranto, è stata la decisione assunta dalla quinta commissione consiliare regionale.
Vendere gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e con i proventi risanare le finanze dissestate del comune di Taranto. È il senso del disegno di legge (un articolo unico) del governo regionale
approvato a maggioranza, con l’astensione della minoranza, illustrato in commissione dall’assessore competente Angela Barbanente.
“Con questo ddl – ha detto la Barbanente – vogliamo dare la possibilità al Comune di Taranto, in dissesto finanziario, di alienare il patrimonio di alloggi di Erp, destinando prioritariamente i proventi delle vendite al risanamento finanziario del bilancio comunale”.

martedì 10 marzo 2009

PIANO CASA / Berlusconi: "Se riparte l'edilizia, riparte tutta l'economia".


Un piano per l'edilizia. Un provvedimento che comporterebbe un allentamento dei vincoli per le costruzione di nuove case e gli ampliamenti delle abitazioni. Tradotto: meno burocrazia per allargare, abbattere e ricostruire case, senza abusi, e quindi per smuovere l'economia. Ecco arrivare la riforma del settore cui Berlusconi, insieme ai ministri Tremonti, Sacconi, Matteoli, Fitto e Alfano, sta lavorando da tempo, e che arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì prossimo. L'idea del Cavaliere ha subito fatto scattare più di un campanello di allarme tra chi considera l'allentamento dei vincoli burocratici come una sorta di via libera alla deturpazione del paesaggio.
Ma è lo stesso Berlusconi, nel corso di una pausa di shopping per le vie del centro di Roma, a parlare con i cronisti spiegando che il provvedimento sarà esaminato venerdì dal Consiglio dei ministri, che questo avrà «effetti straordinari» ma che non ci saranno abusi. Complice la bella giornata il premier lascia nel pomeriggio la casa di palazzo Grazioli per dirigersi in una delle strade più commerciali della capitale. Entra in un negozio di oggetti per la casa e acquista alcuni prodotti. Affronta la curiosità dei passanti, si fa fotografare, distribuisce strette di mano. Acquista una piantina da un banchetto in favore della lotta alla sclerosi multipla. Poi, prima di risalire in auto, si ferma con i cronisti per affrontare il tema del giorno, il piano casa.
Un antico pallino del presidente del Consiglio, ora rafforzato dall'attualità economica. La convinzione del premier è una: «Se riparte l'edilizia, riparte tutta l'economia». In sostanza, per dare nuova carica ad un sistema economico ingessato dalla crisi internazionale per Berlusconi si deve necessariamente passare per maggiori liberalizzazioni nel campo delle nuove costruzioni. Il piano servirà quindi a «dare a chi ha una casa e nel frattempo ha ampliato la famiglia la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa esistente». Saranno le singole Regioni, «che dovranno valutarlo: serve per smuovere l'economia - spiega il capo di governo - e in particolare l'edilizia da sempre ferma e impastoiata da mille burocratismi». Il premier, inoltre, esclude rischi di abusi edilizi «perché tutto quello che si farà è in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore e con una vidimazione sotto responsabilità dei progettisti». Il piano comporterà due fasi. La prima: una bozza di legge da far approvare, appunto a tutte le Regioni del centrodestra. L'obiettivo è consentire di aumentare del 20% la cubatura degli immobili esistenti; del 30% nel caso di abbattimento e ricostruzione di edifici obsoleti; del 35% nel caso il nuovo edificio sia ricostruito con le regole della bioedilizia e del risparmio energetico. A fare da apripista sarà il Veneto. «Non ci sarà alcun scempio - puntualizza il presidente della Regione Giancarlo Galan - nè alcun condono edilizio camuffato. Si tratterà di operare sul patrimonio edilizio esistente».
La seconda fase del piano sarà un provvedimento vero e proprio, da varare nel Cdm, con un sistema di sanzioni riviste. Tra i punti salienti anche una certificazione di conformità, da rendere con perizia giurata, da parte di un tecnico. E questo al posto del permesso a costruire. Altero Matteoli, uno dei ministri a lavoro sul piano conferma che quella di riformare l'edilizia «è stata un'idea del presidente del Consiglio e noi abbiamo dato il nostro contributo». Plauso alla riforma anche dal leader Udc Pier Ferdinado Casini, il quale giudica il piano sull'edilizia come «positivo».
per approfondimenti

giovedì 5 marzo 2009

Detrazioni 55%, a un mese dalla legge mancano i decreti

Permangono le incertezze sulle detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, previste dal DL Anticrisi 185/2008.

Nonostante siano trascorsi più di trenta giorni dalla pubblicazione della Legge di conversione 2/2009, non sono ancora stati emanati né il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, contenente il modello di comunicazione per i contribuenti, né il decreto per la semplificazione di adempimenti e procedure.

Senza i due provvedimenti non è possibile la completa attuazione della legge, con ripercussioni pesanti sul settore dei serramenti, nel quale la sostituzione degli infissi rappresenta una considerevole fonte di entrate.

I contribuenti continuano intanto ad attendere la pubblicazione del modello sul sito dell’Agenzia delle Entrate. L’unico strumento previsto dalla legge per la detrazione delle spese sostenute è infatti quello telematico.

mercoledì 4 marzo 2009

Dal Comune / Sospensione idrica nell'abitato di Gioia del Colle

L’acquedotto Pugliese segnala che nel nostro Comune mancherà l'acqua giovedì 5 marzo dalle ore 12,00 alle 22,00
Il servizio di erogazione idrica verrà sospeso in tutte le zone dell'abitato.

Per lavori di reimpianto che l'Acquedotto Pugliese eseguirà al centro di Gioia, dalle ore 12,00 alle 22,00 di giovedì 5 marzo sarà inevitabile un black out dell'erogazione di acqua.

La momentanea sospensione della fornitura interesserà tutte le zone dell'abitato.

Un servizio alternativo di erogazione mediante autobotti verrà comunque assicurato in via Giovanni XXIII nelle ore di blocco del servizio.

Gioia, 3 marzo 2009

martedì 3 marzo 2009

Avanti con il passato pur di non pianificare insieme il futuro sviluppo della città di Gioia del Colle.


Avanti con il passato pur di non pianificare insieme il futuro sviluppo della città
L’Amministrazione Comunale vuol rivedere il mercato coperto in piazza Plebiscito





L’anno 2008 si è concluso con l’approvazione di un “piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari” del civico ente comunale che ricalca la volontà del Sindaco Longo, contenuta nel suo programma di governo della città, di “fare cassa”. Si è proposto, unicamente, di vendere l’area ove è presente il mercato coperto di via Regina Elena, dell’estensione di mq 2467, conferendole suscettività edificatoria di tipo residenziale, in variante al vigente piano regolatore generale che riserva tale area ai servizi di quartiere (aree a standard destinate alle urbanizzazioni secondarie). Questo “piano” da una lettura critica dell’art. 58 della Legge 133/2008 doveva contenere un apposito elenco dei beni immobili, non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali, e la conseguente classificazione degli stessi nel patrimonio disponibile e la loro destinazione urbanistica. Ma, al posto di un elenco di beni alienabili e valorizzabili, di cui il nostro Comune certamente dispone, si è presentata invece una relazione tecnica, del Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, di accompagnamento alla proposta di deliberazione consiliare. Questa relazione ha valutato in data 20.11.2008 pari a € 3.623.832,00 il valore del suolo ove sorge l’attuale mercato coperto, considerandone la volumetria massima realizzabile pari a 8,59 mc/mq, per poi ridursi a € 2.029.838,40, con relazione integrativa dell’1.12.2008, a seguito “di una analisi più dettagliata dello stato di fatto” e “provando a sistemare eventuali sagome di fabbricati” che ha portato ad una volumetria realizzabile di circa 4,81 mc/mq.
Il Consiglio Comunale, ed in particolare la maggioranza, di fronte ad un piano che tutto sembra fuorché una ricognizione del patrimonio immobiliare e di fronte ad una sensibile oscillazione, al ribasso, in pochi giorni, del valore del bene oggetto di alienazione, ha speditamente approvato la vendita del suolo di via Regina Elena, con un prezzo a base d’asta pari a € 2.029.838,40, senza prevedere il destino delle somme da introitare e/o i necessari servizi compensativi per il quartiere.
Questa operazione sembra essere finalizzata alla realizzazione del “nuovo” mercato coperto in piazza Plebiscito, dove era situata la piazza coperta, sul cosiddetto suolo “Palombella”, inaugurata nel luglio del 1907 e demolita nel dicembre del 1971 per far posto alla nuova residenza municipale, attualmente esistente ed adibita ad uffici dell’INPS.
Sebbene la vecchia piazza coperta si armonizzasse, per la sua semplice ed elegante fisionomia, con il contesto ambientale dello spazio pubblico di piazza Plebiscito, non si condivide la sua eventuale riproposizione “in stile”. Il nostro tempo è segnato da un distacco con il passato, privilegiando la libera e pura espressione di un nuovo avvenire caratterizzato da differenti esigenze e prospettive. In un’epoca dove le nuove piazze sono i centri commerciali, nuovi luoghi di incontro e della socialità, pensare di riproporre nella piazza centrale un contenitore da destinare a mercato della spesa giornaliera sembra alquanto controcorrente. Indubbiamente l’abbattimento della piazza coperta, per realizzare quell’edificio scatolare, testimonia come le scelte di determinate generazioni di uomini, in particolari condizioni di preparazione culturale, in un quadro di vicende e momenti storici delicati, siano risultate abbastanza improvvide. Ricadere nello stesso errore non sembra essere da meno.
Le teorie del restauro architettonico, applicabili al contesto fisico in esame, per i valori storico-artistico e ambientali notevoli che esprime, in quanto non si tratta di una pura e semplice nuova edificazione ma di una ricostruzione “postuma”, da inserire nel nucleo storico della città consolidata, pongono al primo punto la differenza di stile fra il nuovo e il vecchio. Propendono per un restauro critico dove non serve rivolgersi al passato, come può apparire corretto, perché restaurare è un atto del proprio tempo ed è rivolto al futuro. La teoria della conservazione, ad esempio, rifiuta ogni tipo di integrazione stilistica, anche semplificata nelle forme, a favore dell’integrazione tra esistente, conservato in maniera integrale e aggiunta dichiaratamente moderna.
E’ allora indispensabile, riqualificare il tessuto della nostra città non come episodico tentativo di coerenza architettonica, urbanistica ed ambientale ma come metodologica applicazione di un piano urbanistico generale, che risponda alle esigenze di una città e dei suoi abitanti, soprattutto in termini di servizi di quartiere, che sia strumento per un ordinato assetto del territorio e veicolo di sviluppo sostenibile.


Nunzio Loporcaro


pubblicato sul periodico locale La Piazza, n. 1, gennaio-febbraio 2009
www.la-piazza.it/giornale.html




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