mercoledì 16 dicembre 2009

VIAGGIO TRA I QUARTIERI GIOIESI / Giù alle Croci. Scene di ordinario degrado urbano nel “quartiere del divertimento e dello shopping”


Il rione denominato “Giù alle Croci” è oggi il quartiere del divertimento e dello shopping, forse il più avanzato della città per la sua dotazione di attrattive per il tempo libero e di attività commerciali.
I servizi di quartiere, ad esclusione dei contenitori scolastici, non hanno seguito lo sviluppo dell’articolato sistema insediativo che si è andato sviluppando negli ultimi 15 anni e che vede ora, nella realizzazione di diversi interventi edilizi per case a schiera, la sua naturale conclusione.
Il tessuto insediativo cambia la sua grana nel passaggio dalle zone di completamento alle zone di espansione. E’ lampante la condizione morfologica di assoluta incongruenza delle stecche residenziali di via San Francesco D’Assisi e via Santa Caterina da Siena che vedono le rispettive sezioni stradali, con stalli di parcheggio a “spina pesce”, molto ridotte. Questo è accaduto per la errata tipizzazione di tale maglia nel piano regolatore come area di completamento e non come area di espansione. Accanto a queste accidentalità, a cui oggi non è più possibile porre rimedio, vi sono delle aree interstiziali e di margine, territori abbandonati dal progetto urbano e che costruiscono il “negativo” della città costruita, per i quali è necessario prevederne un ruolo diverso da quello di scarti urbani.

Emblematica è la condizione che si presenta a ridosso dell’asilo di via Amendola. Da un lato vi è un vuoto urbano che con il passare degli anni è stato destinato dai cittadini a collegamento diretto di via Amendola con via Gobetti e via Matteotti. Una terra di qualcuno che sembra, finalmente, verrà recintata per renderla inaccessibile a quanti, valutate le condizioni in cui si trova, la ritenevano o la ritengono una sede stradale incompiuta. Dall’altro lato, su via Giulio Pastore, vi è un’area recintata con dei pannelli di grigliato multicolore. Questo spazio è stato oggetto di esproprio da parte del Comune nell’anno 2005 per costituire la prosecuzione dell’asilo che, con il suo ampliamento in termini di aule, si vedeva privato di una zona pertinenziale per i giochi all’aperto. Tale condivisibile progetto non trova, ancora oggi, una sua attuazione. L’area versa in uno stato di abbandono creando situazioni di disagio, ai residenti nelle vicinanze, e nega, ai fruitori dell’asilo comunale, gli spazi per le attività didattiche all’aria aperta.













Altra considerazione meritano le aree a ridosso del centro polifunzionale “Le Torri”, del palestrone e del cinema multisala. Se le aree a parcheggio del centro polifunzionale sono in uso pubblico tanto che la strada che costeggia tale struttura funge anche da asse viario per il quartiere, non si comprende se lo stesso discorso valga per le aree a verde le quali, a distanza di anni, sono ancora precluse alla fruizione con la recinzione di cantiere. Per le aree che costeggiano il palestrone e il cinema multisala si registra una presenza di spazi residuali delle aree lottizzate a cui non è dato sapere quali saranno le modalità per un loro auspicabile utilizzo. Vi è poi il giardino-non giardino che fronteggia il multisala il quale è una negazione della naturalità con le sue superfici impermeabili scelte, evidentemente, per abbattere i costi di manutenzione.

La città contemporanea è oggi condizionata da fenomeni urbani associati a flussi di zapping che rendono i paesaggi dell’abitare in continua fluttuazione. E’ necessario ricostruire i sensi e i nessi costitutivi per dare forma e identità ai luoghi urbani connotati da un’accumulazione senza regola, manifestamente disarmonici. Devono essere rivalutati nell’ottica di una riqualificazione della città nel suo complesso, preziose cellule staminali per promuovere il policentrismo urbano.


Nunzio Loporcaro

pubblicato sul periodico locale La Piazza, n. 6, novembre-dicembre 2009

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