lunedì 30 maggio 2011

Storia e natura: guida turistica del quartiere San Paolo di Bari


Non San Paolo, la città del Brasile. Ma il San Paolo, la nostra periferia simbolo: «Vieni al San Paolo» . È geniale l’idea sviluppata dal presidente della II circoscrizione, Aldo Iannone, in collaborazione con il professor Giuse ppe Capozza, preside della scuola media statale «Azzarita - De Filippo - Ungaretti» e gli studenti della stessa. È nata così, quasi per caso, la prima «Guida turistica per italiani, stranieri e baresi» dedicata al quartiere. Un opuscolo di 40 pagine, più cd, in cui il quartiere ex Cep (si spiega anche perché un tempo si chiamava così: centro edilizia popolare) viene descritto nelle sue particolarità positive, non solo naturali, storiche e artistiche, con tanto di itinerari «turistici» e naturalistici, descritti sia in italiano che inglese, francese e tedesco.

«Gli studenti della scuola media - spiega Iannone - hanno messo in evidenza i punti strategici del San Paolo: la metropolitana, l’interporto, gli uffici del Giudice di pace, l’ospedale, il centro direzionale. Per la prima volta, e con uno spirito diverso dal solito, tali realtà vengono citate per essere esportate fuori dai nostri confini. Inoltre abbiamo allegato un cd che contiene la copia del giornalino della scuola e gli approfondimenti su Lama Balice e le masserie. Vogliamo promuovere, anzi vogliamo che i ragazzi del quartiere promuovano, evidenziando le grandi potenzialità di accoglienza e economiche, un territorio periferico spesso trascurato se non addirittura visto con distacco dal resto della città».

Vieni al San Paolo (...quello di Bari, non quello del Brasile), dunque. Nelle prime pagine gli studenti aprono con l’invito in inglese, «come to San Paolo». Si illustra la metropolitana che dal dicembre del 2008 in soli 11 minuti può trasportare in centro, con la descrizione delle stazioni intermedie. Un San Paolo spesso sconosciuto all’altra città e che nel corso dei decenni è profondamente cambiato. Ecco la grande struttura dell’Interporto regionale, una superficie di 50 ettari, «unica infrastruttura logistica del Mediterraneo orientale in grado di ospitare il traffico merci proveniente e diretto verso l’area balcanica e, tra breve, anche verso il Medio Oriente, l’India e il Nord America». C’è l’ospedale, con i suoi reparti di eccellenza sanitaria; il centro direzionale piazza Europa. E ancora le grandi edifici della Finanza, della della Polizia e dei carabinieri che qui vengono definiti «cittadella della Giustizia», per il ruolo che giocano nella presenza delle istituzioni sul territorio. Poi c’è il capitolo dedicato alle chiese.

Sono lontani i tempi in cui - come si legge nell’intervista fatta dai ragazzi della 1ª D al signor Nicola - al San Paolo la parrocchia dedicata a San Gabriele, «c’era ma non era bella come oggi; grezza, spoglia, senza i pavimenti. Il prete aveva messo dei tappeti per terra». E i tempi in cui, dal racconto biografico di don Nicola Bonerba, uno dei primi parroci di «frontiera», «emerge chiaramente come la parrocchia e in particolare la parrocchia San Paolo nata nel 1958, sia stata uno dei primi luoghi, fisici e simbolici, di riferimento per la popolazione arrivata dalle zone più disagiate di Bari».

E i turisti? Per loro, ecco come raggiungere l’ipogeo di Torre Rossa a pochi metri dalla via del Tesoro; e le masserie Caggiano (presso l’aeroporto), Framarino, Caffariello, Maselli, Triggiano, Prete, Due Torri, Palumbo. Molte sono abbandonate e diroccate; andrebbero recuperate e valorizzate, ma a Bari non sempre quel che è logico è anche scontato. E infine, il tesoro, «il parco di Lama Balice» e le lame che lo attraversano. Un posto bellissimo caratterizzato da fauna e flora particolari. Un tesoro - spesso - dimenticato dal palazzo che conta.
«La guida - conclude il presidente della circoscrizione - è stata pubblicata in un numero limitato di copie, ma il nostro auspicio è di realizzarne sempre di più da distribuire gratuitamente. Ma per fare questo è necessaria la collaborazione degli assessorati di Comune, Provincia e Regione». Quegli stessi palazzi, appunto spesso troppo distanti dal San Paolo.

Roberto Calpista

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