sabato 12 maggio 2012

PUNTA PEROTTI / Strarburgo decide un risarcimento di 49milioni ai costruttori


Bari, Punta Perotti - palazzi demoliti nel 2006
L'Italia dovra' versare per danni materiali oltre 49 milioni di euro in totale alle tre societa' - Sud Fondi, Mabar e Iema - che hanno fatto ricorso contro la confisca di Punta Perotti. Lo ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo.


La Corte ha anche stabilito che lo Stato italiano "si deve astenere dal domandare ai ricorrenti di rimborsare i costi della demolizione degli immobili e i costi per la riqualificazione dei terreni". Inoltre, "non dovrà dare seguito alle domande per danni nei confronti di Sud Fondi nella procedura civile davanti al tribunale di Bari".

EMILIANO, CEDU RICONOSCE CHE COMUNE NON DEVE NULLA - "Finalmente la Corte Europea riporta giustizia ed equità, riconoscendo che il Comune di Bari non deve alcun risarcimento a nessuno. E' stata solo una legge nazionale sbagliata a determinare una confisca senza condanna, fatto questo contrario alla Carta europea dei diritti dell'uomo". Lo dice il sindaco di Bari, Michele Emiliano, per il quale "é un fatto positivo, che risolve definitivamente l'annosa questione", la sentenza odierna della Corte Europea sul ricorso dei costruttori contro lo Stato Italiano per la confisca dei suoli di Punta Perotti. "Adesso - aggiunge il sindaco - potrò incontrare i proprietari delle aree per definire con loro il destino del parco e le modalità con le quali garantire i loro diritti edificatori. I baresi devono sapere che il Comune di Bari non dovrà pagare alcun risarcimento, né potrà essere chiamato in causa dallo Stato italiano, meno che mai a titolo di rivalsa".

IMPRESE SODDISFATTE,ORA CONFRONTO CON COMUNE - Le imprese Sud Fondi (gruppo Matarrese) e Mabar (gruppo Andidero) "non possono che esprimere soddisfazione per l'odierna sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'uomo" (Cedu), con la quale è stato deciso che l'Italia dovrà versare, per danni materiali, 49 milioni di euro alle stesse società (e alla Iema, del gruppo Quistelli) per la confisca dei terreni di Punta Perotti. In una nota, Sud Fondi e Mabar sottolineano che la decisione della Cedu "fa seguito a quella del 20 gennaio 2009 che già aveva riconosciuto la piena legittimità dell'operato delle stesse e risarcito il danno morale e d'immagine subito a causa della paradossale vicenda giudiziaria". La Corte Europea "ha accolto e condiviso - prosegue la nota - tutte le tesi e i principi su cui erano fondate le richieste di risarcimento; risarcimento quantificato in una misura inferiore alle richieste in considerazione della restituzione della proprietà dei suoli, della loro destinazione edificatoria e del notevole valore ad essi attribuito anche dallo Stato italiano". Le imprese fanno sapere di essere pronte ad "avviare al più presto un confronto con l'amministrazione comunale per arrivare ad una soluzione condivisa che consenta, da un lato la conservazione di un parco nell'area di Punta Perotti e, dall' altro, l'utilizzo da parte dei legittimi proprietari delle aree tuttora edificabili e ricomprese nei due piani di lottizzazione approvati dal Comune di Bari e mai annullati". Il tutto, conclude la nota, "nel rispetto del Piano regolatore generale della città e delle norme oggi vigenti a tutela del paesaggio".


fonte Ansa.it

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