martedì 8 gennaio 2013

TARANTO / Scontro sulle piste ciclabili




Il Comune di Taranto investe sulle piste ciclabili. Sono a disposizione 3.800.000 euro grazie ai quali il capoluogo ionico si avvia a scalare le classifiche nazionali nel settore mobilità alternativa. Ora, in base alla recente graduatoria del quotidiano Italia Oggi, è al novantunesimo posto per chilometri di aree per ciclisti, ma l’obiettivo è almeno il centro classifica. Il progetto Della cifra complessiva, un milione servirà a tracciarne circa 800 metri sullo spartitraffico di viale Magna Grecia (il Corriere del Mezzogiorno ne ha parlato il 29 dicembre); i restanti 2.800.000, destinati in origine a realizzare le linee veloci per il trasporto pubblico tra i parcheggi Cimino e Croce, sono stati dirottati su una pista ciclabile di dodici chilometri il cui percorso è ancora tutto da studiare e poi da realizzare. E’ stata sufficiente l’opposizione di un pugno di artigiani e di commercianti delle strade interessate, malgrado il parere favorevole di Confcommercio, per mandare all’aria questo progetto già fatto proprio dall’amministrazione comunale in Area Vasta.
I commercianti, tra l’altro, sono anche contrari ai cordoli che eventualmente dovessero delimitare corsie riservate a ciclisti o bus perché ciò impedirebbe la sosta in doppia fila vista come unico sistema per agevolare la clientela. In pratica la legalizzazione di una palese violazione al codice della strada. «Il progetto delle linee veloci - commenta Leo Corvace, del circolo Legambiente di Taranto, - era positivo perché rendeva il trasporto pubblico, contro cui tutti si scagliano, finalmente competitivo rispetto al mezzo privato. Presentava indubbiamente vantaggi per la collettività perché avrebbe garantito spostamenti più celeri, puntuali e meno inquinanti, restavano da individuare le soluzioni per i residenti. In ogni caso bisogna stabilire prima a cosa servono le piste ciclabili, se alla passeggiata o come sistema alternativo di spostamento rispetto alle auto private. In questo caso farle in periferia e in zone emarginate serve a poco, sono fini a se stesse, non si capisce a cosa siano collegate». Una vecchia idea su cui lavorava la polizia municipale guardava alla zona pedonale del Borgo come sito ideale per tracciare il primo embrione di corsia per biciclette in un’area piena di negozi, uffici pubblici e banche. La polemica «Su questo progetto - continua Corvace - si può essere d’accordo perché l’utilità esiste certamente e in questo caso la bicicletta può essere adoperata come mezzo di spostamento e non sarebbe complicato piazzare in centro le rastrelliere».

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