venerdì 12 aprile 2013

Dal MIT una proposta per ripensare i casermoni di periferia. I “Big Box” - tipici caseggiati a forma di rettangolo – vanno mantenuti, ma ripensati da un punto di vista estetico e funzionale





Generalmente le periferie non godono di buona reputazione: desolate, architettonicamente poco attraenti, spoglie. Sono questi, secondo l'architetto belga Alexander D'Hooghe, direttore del Centro per l'urbanistica avanzata al MIT (Massachusetts Institute of Technology), gli aggettivi che d'abitudine vengono associati ai quartieri periferici dei centri urbani. Ed è proprio da questo malcontento che D'Hooghe desidera partire per cambiare la percezione da negativa in positiva.

PERIFERIE SOTTO LA LENTE. Insieme ai suoi colleghi del MIT, D'Hooghe sta portando avanti una serie di progetti allo scopo di stabilire un dialogo tra architetti, ingegneri e urbanisti, cercando di rispondere al quesito “Come vorremmo che fosse davvero la vita in una città del ventunesimo secolo?”. In particolare, negli ultimi anni D'Hooghe ha focalizzato le sue attenzioni sulle periferie e sulla modalità per renderle parte integrante delle grandi città.
IL MODELLO BIG BOX. "Il futuro delle città è andare verso una graduale densificazione delle nostre periferie," spiega D'Hooghe. “ Sono aree che hanno bisogno di una nuova identità, il rischio, altrimenti, è quello del degrado ambientale e sociale”. D'Hooghe sostiene che un primo passo è rappresentato dalla riqualificazione e ripensamento del “Big box”, vale a dire i grandi caseggiati rettangolari tipici di molte periferie urbane. Secondo D'Hooghe si tratta di un modello da non perdere, perchè “generoso (ospita molti alloggi al suo interno), poco costoso e flessibile. Ecco perché – aggiunge - se siamo in grado di rendere questi scatoloni più intelligenti ed esteticamente integrati potremmo contribuire alla riqualificazione delle periferie."
RENDERE GLI SPAZI PIÙ FUNZIONALI.Per capire che cosa intende D'Hooghe si possono prendere in considerazione alcuni dei suoi progetti. Nella città belga di Asse, lo scorso autunno è iniziata la costruzione di un “Big Box” ripensato. Si tratta di un grande volume rettangolare adibito a condominio, ma che in un'area laterale ospita anche una stazione di polizia e un centro di aggregazione giovanile. Mettendo in relazione questi servizi all'interno di un unico edificio, spiega D'Hooghe, si è risparmiato spazio esterno ed è stato possibile realizzare un grande parco tutt'attorno la struttura. Nel frattempo, nel quartiere di Anderlecht di Bruxelles, un altro progetto D'Hooghe sta per vedere la luce. Si tratta di uno spiazzo pubblico circondato da versioni urbane di Big Box, la cui principale caratteristica sono gli spazi altamente flessibili, così da poter essere adattati a diversi tipi di utilizzo ed acquirenti.
INFRASTRUTTURE DA RIFARE. Altro punto centrale per la riqualificazione ed integrazione delle periferie riguarda il rifacimento delle infrastrutture. “Troppo spesso – nota D'Hooghe - le periferie sono staccate dal centro della città perché le infrastrutture sono obsolete e il trasporto pubblico inesistente”, dichiara D'Hooghe.
Di questo e di molto altro si è parlato nel corso della conferenza “Infrastructural Monument,” ospitata dal MIT l'8 e il 9 aprile. L'obiettivo resta quello di mettere insieme urbanisti, architetti, paesaggisti e ingegneri, per poter ripensare insieme le città.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho sentito parlare molto bene di queste case in legno da giardino costruite con materiali naturali.
Qualcuno le conosce, ogni consiglio è ben accetto perché ho intenzione di acquistarne una per casa mia.
Grazie
Bruno Bini

Cerca nel blog