venerdì 25 novembre 2011

Taranto: San Raffaele del Mediterraneo senza Don Verzè

foto di repertorio: Don Verzè - Vendola - Pelillo
Al netto della quota milanese, il nuovo ospedale di Taranto deve essere realizzato. Il caso "San Raffaele del Mediterraneo" tiene banco e monopolizza una buona fetta della riunione fiume di una giunta regionale. Il governatore Vendola non sembra intenzionato a fare passi indietro rispetto alla lettera in cui ha invitato Comune di Taranto e fondazione jonica a sospendere il bando per il concorso di idee progettuali sul nuovo ospedale che era stato immaginato con la fondazione San Raffaele prima della bufera giudiziaria che ha portato l'impero di don Verzè sull'orlo del fallimento. Vendola accoglie il suggerimento arrivato dopo la sua lettera, dal capogruppo del Pdl che lo ha invitato a riferire in aula per provare un Consiglio la strada più breve per dare un nuovo ospedale a Taranto: "Quella di Palese mi sembra un percorso ragionevole. Penso che torneremo qui in Consiglio regionale e discuteremo molto francamente", afferma il governatore. Vendola però, non ci sta a ritenere il percorso che si è interrotto, un errore.


"Dovrebbe essere abbastanza comprensibile la ragione che mi ha indotto a suo tempo a riferirmi al San Raffaele di Milano - spiega Vendola - con un Comune economicamente dissestato, un'Asl più che dissestata, una situazione abbastanza precaria degli apparati tecnico-amministrativi,
come si fa ad allestire un eventuale appalto da 150 milioni di euro in una città ridotta com'era Taranto? Qualcuno ha dimenticato cos'era Taranto qualche anno fa? Oggi, però - aggiunge - questa storia rischia di essere un polverone polemico infinito e allora torniamo qui, in Consiglio regionale, fermo restando che l'obiettivo dev'essere confermato". Su questo non ci sono passi indietro da fare: "Taranto ha bisogno di un grande ospedale pubblico con ricerca e didattica - insiste il governatore - perché continua a essere un punto particolarmente sensibile della domanda di salute, perché Taranto ha una concentrazione di patologie legate alla sua storia industriale. Per questo continuo a pensare che Taranto abbia bisogno di un ospedale di livello mediterraneo, che abbia laboratori di ricerca e di centri per la didattica".

L'obiettivo non cambia, ma deve cambiare il progetto, l'architettura societaria che era stata studiata. L'assessore al Bilancio, Michele Pelillo, il tarantino della giunta Vendola che ha seguito tutto l'iter non senza polemiche, a stento ieri riusciva a nascondere l'umore nero per quel progetto che era già arrivato al bando. "Sto preparando una comunicazione sull'impostazione del bilancio di previsione e sui vincoli del patto di stabilità", si giustifica l'assessore. Con Vendola, nel corso della giornata, avrà due faccia a faccia, uno, il più lungo, prima della riunione di giunta che riporta a zero il conteggio per il nuovo ospedale. Resta l'incognita sul futuro della fondazione jonica. La partita è stata riaperta.

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