lunedì 18 giugno 2012

Decreto Sviluppo: le novità per l'edilizia


Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto volto a favorire il rilancio dell’edilizia e gli incentivi alle imprese.



  • LE PRINCIPALI NOVITA' 


Innalzamento dal 36% al 50% della percentuale di detrazione per lavori di ristrutturazione e raddoppio del tetto di spesa per ogni unità immobiliare da 48mila a 96mila euro, entro il 30 giugno 2013.

Il bonus del 55% per la riqualificazione energetica, in scadenza al 31 dicembre 2012, sarà prorogato al 30 giugno 2013, ma con una percentuale di detrazione ridotta al 50%.

È previsto un nuovo strumento operativo, il “Piano nazionale per le città”, per la realizzazione di interventi nelle aree urbane, soprattutto in quelle degradate, relativi a nuove infrastrutture, riqualificazione urbana, costruzione di parcheggi, alloggi e scuole. Un’apposita Cabina di regia selezionerà gli interventi da realizzare, su proposta dai Comuni, mettendo insieme interventi diffusi e isolati (incentivi, fondi europei, fondi per l’edilizia scolastica, per l’housing sociale o per programmi non più attivi), snellendo le procedure e coinvolgendo gli investitori interessati, in particolare quelli privati. La modalità attuativa prevista è il “Contratto di valorizzazione urbana”, promosso dalla Cabina di regia in collaborazione con i Comuni interessati. Il Piano sarà finanziato con un apposito Fondo nel quale confluiscono le risorse non utilizzate o provenienti da revoche di programmi in materia di edilizia residenziale.
 
In caso di SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), si estende la semplificazione, oltre che ai pareri, a tutti gli atti preliminari di altri enti o organi appositi. La stessa previsione di semplificazione procedimentale viene prevista espressamente per la DIA (Denuncia di Inizio Attività), con la modifica dell’art. 23 del testo unico dell’edilizia.

Per incentivare la sottoscrizione di obbligazioni di progetto, il decreto prevede per esse lo stesso trattamento fiscale agevolato previsto per i titoli di stato, cioè una ritenuta sugli interessi par al 12,5%.

Gli immobili di proprietà delle imprese di costruzione rimasti invenduti saranno esentati dall'Imu per tre anni.

Reintroduzione dell'Iva nelle cessioni e locazioni di nuove costruzioni, in modo da rendere disponibili risorse economiche, che attualmente le imprese di costruzione non utilizzano a causa della normativa vigente in base alla quale le cessioni di immobili residenziali effettuate dalle imprese costruttrici, oltre i cinque anni dalla costruzione, sono esenti dall’Iva.

Sale dal 50 al 60% la la quota di lavori che i concessionari autostradali titolari di concessioni assentite prima del 30 giugno 2002, sono tenuti ad affidare a terzi (il Decreto liberalizzazioni aveva già elevato la quota dal 40 al 50%). La norma è volta a favorire una maggiore partecipazione degli operatori economici, anche di medie e piccole dimensioni, nella realizzazione degli interventi presenti nel piano degli investimenti previsti nelle convenzioni di concessione.

Le agevolazioni previste dalla Legge 46/1982 dovrebbero essere riorganizzate in un Fondo per la crescita sostenibile per il finanziamento di programmi ed interventi per la competitività e il sostegno dell’apparato produttivo. Se la bozza del decreto venisse confermata, il fondo opererà secondo tre linee direttrici: promozione di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, rafforzamento della struttura produttiva e promozione della presenza internazionale delle imprese, con l’attrazione di investimenti dall’estero.

Il decreto introduce un contributo in forma di credito d’imposta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato in possesso di laurea magistrale a carattere tecnico o scientifico impiegato in attività di ricerca e sviluppo o in possesso di dottorato di ricerca senza vincoli sulle attività di impiego. L’aliquota del beneficio è pari al 35% delle spese calcolate sul costo aziendale, con un vincolo di trattenere il personale assunto per almeno 3 anni. Sono stabilmente destinati alla misura 50 milioni di euroall’anno recuperati dalle risorse che provengono annualmente dalla riscossione delle tasse sui diritti brevettuali. Il contributo potrebbe favorire oltre 4 mila nuove assunzioni.
 
Il finanziamento agevolato previsto dal fondo Kyoto (su cui sono disponibili 470 milioni di euro) è esteso a soggetti pubblici e privati che operano in ulteriori 4 settori della Green Economy: protezione del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico e sismico, ricerca e sviluppo e produzioni di biocarburanti di seconda e terza generazione, ricerca e sviluppo e produzioni e istallazione di tecnologie nel solare termico, solare a concertazione, solare termo-dinamico, solare fotovoltaico, biomasse, biogas e geotermia, incremento dell’efficienza negli usi finali dell’energia nei settori civile, terziario e nel social housing. 



Per consentire i necessari accertamenti sul funzionamento del sistema di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI), vengono sospesi il termine di entrata in operatività del sistema per un massimo di 12 mesi e i conseguenti adempimenti delle imprese, ferma restando la disciplina di controllo preesistente.

Per determinare date certe di completamento degli investimenti oggetto dei contratti di programma, il decreto prevede la possibilità di prorogare i termini e rimodulare le previsioni originarie dei Contratti oggetto di delibera CIPE. È inoltre disposta la risoluzione dei contratti di programma già stipulati allorché non sia stata prodotta da parte dell’impresa la documentazione idonea a comprovare l’avvio degli investimenti e l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie. La bozza introduce inoltre una disposizione per liberare risorse impegnate per iniziative di fatto mai avviate o comunque non utilmente completate.

Viene esteso a tutte le opere infrastrutturali, realizzate in partenariato pubblico-privato, il campo di applicazione della disciplina attuale di defiscalizzazione, a parziale o totale copertura del contributo pubblico a fondo perduto. Viene infine introdotta un’ulteriore forma di defiscalizzazione per le opere per le quali non è previsto un contributo pubblico a fondo perduto: in questo caso è previsto il rimborso a favore del concessionario e della società di progetto di 1/3 delle nuove entrate fiscali generate dalle opere realizzate.

Per rilanciare il project financing e superare le problematiche spesso connesse alle richieste di modifica del progetto definitivo di un’opera, è stabilita l’obbligatorietà della conferenza dei servizi preliminare sullo studio di fattibilità. Essa viene poi resa vincolante per le successive fasi di progettazione e sviluppo dell’opera, dando così certezza al concessionario e ai soggetti finanziatori riguardo all’invarianza del progetto.




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