martedì 11 novembre 2008

La Gioia di periferia. Considerazioni sulla periferia gioiese e le sue prospettive di riqualificazione.


La nostra città ha attuato, negli anni ottanta, un Piano di Zona (P.d.Z.) per l’edilizia economica e popolare, la cosiddetta zona 167. Un Piano approvato anche dalla Regione e con validità temporale di venti anni fin dal lontano 20.12.1976. Dopo le espropriazioni, le aree comprese dal P.d.Z., furono assegnate allo I.A.C.P. e alle cooperative edilizie.

Il suo sviluppo urbanistico, però, è stato irrazionale e sconsiderato. Più che integrare, di fatto, ha emarginato. Scelte di localizzazione improvvide e soluzioni progettuali poco attente agli effetti che avrebbero indotto, hanno alterato le vocazioni di contesto e del paesaggio, rendendolo semplice episodio insediativo.

A conferma del fallimento della politica abitativa rivolta al sociale, la Giunta Comunale, con delibera n. 109 del 31.3.1999, ha individuato e perimetrato una ulteriore area di intervento, a ridosso della ex S.S.100, nella quale avviare un Programma di Recupero Urbano (PRU), inglobandovi anche la zona 167, al fine di effettuare interventi nel settore abitativo e riqualificare il tessuto urbanistico, edilizio ed ambientale. Un programma complesso, di nuova generazione, che è rimasto comunque sulla carta, per via di contenziosi giudiziari per l’aggiudicazione degli interventi e la latente volontà politica di rallentare questo processo di edilizia sociale convenzionata-agevolata, per favorire l’edilizia residenziale realizzata da soggetti privati.

Da allora si è solamente provveduto a delimitare le aree e ad apporre i cartelli con l’indicazione di appartamenti in vendita. Il Sindaco, nell’incontro sullo sviluppo urbanistico “solidale”, tenutosi il 22 marzo 2007 nella Sala De Deo, parlava di “servizi minimi essenziali di quartiere: spazio di aggregazione giovani, una superficie minima di verde di circa un ettaro, una piazza attrezzata per momenti di socializzazione e aggregazione, un campetto di calcio o struttura attrezzata sportiva di quartiere”. L’assessore regionale Barbanente, invitata a partecipare all’incontro, parlava di “Piani Integrati di Riqualificazione delle Periferie (P.I.R.P.) come strumento di riqualificazione partecipata ed eco-sostenibile di quartieri in condizioni di degrado fisico e disagio sociale”. Un progetto a cui l’Amministrazione Comunale sembrava avesse aderito fin dal lontano 2006, con delibera di Giunta Comunale n. 141 del 10 agosto, in cui manifestava l’interesse a partecipare al bando di gara per poter accedere ai finanziamenti, pari a 3 milioni di euro. Una adesione con un impegno di spesa, però, di soli 1.000 euro per finanziare le articolate e complesse attività connesse alla preparazione della documentazione da allegare alla domanda di finanziamento. Non se ne è fatto più nulla, nemmeno la selezione del professionista, in quanto il Dirigente dell’Ufficio Tecnico, seppur incaricato, non ha predisposto il bando di gara, nonostante l’Amministrazione avesse tempo per parteciparvi fino al 3.4.2007. Scadenza prorogata, dalla Barbanente e su richiesta fatta in quell’incontro dal sindaco Mastrovito fino al 15.5.2007. Una richiesta ritenuta dai tecnici presenti, inutile quanto incomprensibile, proprio perchè il sindaco sapeva di non aver fatto nulla, a parte quella delibera, e nonostante fosse a conoscenza sia delle procedure che delle scadenze, dal lontano 29.6.2006, data di pubblicazione del bando sul Bollettino Regionale. Un Bando a cui hanno partecipato 122 comuni pugliesi, di cui ben 29 nella provincia di Bari. Gioia era assente. Forse perchè presupposto fondamentale dei P.I.R.P. era la partecipazione attiva degli abitanti, finalizzata a garantire interventi che rispondessero ai loro bisogni, desideri e aspettative? Una riqualificazione urbanistica, e 3 milioni di euro di finanziamento regionale, persi per l’incapacità di coinvolgere i cittadini nel ridisegno dei loro spazi di vita.


Nunzio Loporcaro

pubblicato sul periodico locale La Piazza, n. 1, gennaio-febbraio 2008

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