mercoledì 12 novembre 2008

Greenways per una città vivibile. Occasioni di tutela, valorizzazione, coscienza/conoscenza per l’ambiente rurale ma anche urbano.

Gioia del Colle è una città vivibile? La risposta richiede una serie di valutazioni, una molteplicità di fattori. Difficile è definire il concetto di “qualità della vita”: in esso rientrano aspetti materiali e immateriali del benessere, componenti oggettive e soggettive, individuali e collettive, cognitive ed emozionali. A ciò si aggiunge una segmentazione dei bisogni, delle aspettative e delle incertezze delle persone, caratterizzate da valori, profili sociali e stili di vita difficilmente riconducibili a una idea unica di benessere.
Si parla spesso di ambiente come risorsa da tutelare e valorizzare. Non si cerca di costruire una coscienza/conoscenza che permetta all’individuo di identificare e di riappropriarsi della risorsa ambientale.
Occasione propizia viene data dalla legge finanziaria che, nei meandri dei commi, ai numeri 342 e 343, attraverso un fondo di 2 milioni di euro per il 2008, avvia un programma di valorizzazione e recupero delle strade ferrate dismesse, individuandone dodici, in tutto il territorio nazionale, tra cui la Gioia del Colle-Palagianello. Questa tratta, in esercizio dal 1868, lunga 28 chilometri, è stata dismessa nel 1997, a seguito di variante di tracciato della linea Bari-Taranto. Questo nastro ferrato è destinato a diventare una greenway ovvero un percorso dedicato alla circolazione non motorizzata, in grado di connettere le popolazioni con le risorse del territorio (naturali, agricole, paesaggistiche, storico-culturali) e con i “centri di vita” (città consolidata, borgate rurali). Questa striscia verde sarà strutturata come un parco lineare che potrà rappresentare una risposta qualitativa alla domanda di “mobilità lenta” sistematica, cioè connessa alla necessità di soddisfare bisogni primari, quali gli spostamenti casa-lavoro, o non sistematica, cioè legata allo svago e al tempo libero. Le greenways, se connesse tra loro e tali da formare una rete di itinerari, diffusi sul territorio, potrebbero favorire il miglioramento del rapporto esistente tra reti infrastrutturali, per il traffico motorizzato, e reti ecologiche, finalizzate alla conservazione delle biodiversità. Il recupero delle aree ferroviarie dismesse va a qualificare il paesaggio rimasto senza significato. Valore aggiunto è senz’altro considerare la presenza di gallerie, ponti, caselli che si incontrano in questo tipo di percorsi, frutto dell’azione antropica, dai particolari architettonici notevoli (archi, muri si sostegno, caditoie, apparecchiature murarie).
Ma se è possibile realizzare percorsi che conducano gli utenti lenti, quali i pedoni, i ciclisti e gli escursionisti, fuori dai centri abitati, verso le campagne, può essere altresì possibile ritagliare, nella città, dei percorsi ciclo-pedonali senza interferenze con quelli veicolari? Certamente questo è possibile e concorre ad elevare la qualità della vita dei cittadini. Allora, perchè non pensare di creare una connessione tra la greenway extraurbana Gioia-Palagianello e una rete in ambiente urbano a differenti scale (di scorrimento, di quartiere, di interquartiere) siano esse ciclopedonali o dedicate solamente ai pedoni o solamente ai ciclisti. Ad esempio si potrebbe attingere dall’apposito fondo nazionale per la mobilità ciclistica. Si potrebbero anche applicare le leggi esistenti in materia che rendono obbligatorio progettare le piste ciclabili, adiacenti alle strade di nuova costruzione. E’ anche possibile pensare di riqualificare gli spazi stradali esistenti, mediante la loro pedonalizzazione, le zone a traffico limitato e le strade a priorità pedonale. Esempi possibili sono i woonerf olandesi che creano uno spazio urbano a misura dell’uomo, con l’inserimento di spazi gioco per i bambini, dossi per rallentare il traffico e la riorganizzazione degli spazi di sosta. E allora, perchè l’espansione urbana (lottizzazioni edilizie) con la conseguente espansione viaria non ha portato in dote una rete di piste ciclabili e pedonali?
Nunzio Loporcaro

pubblicato sul periodico locale La Piazza, n. 2, marzo-aprile 2008
www.la-piazza.it/giornale.html
linea ferroviaria Bari-Taranto (doppio binario)
e adiacente nastro ferrato dismesso (singolo binario)




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