mercoledì 24 novembre 2010

Rapporto Ambiente e Sicurezza 2010 dello stabilimento ILVA di Taranto. Riva: "stabilimento all'avanguardia"



"L'Ilva di Taranto, grazie ai 4 miliardi spesi in nuove tecnologie, e' uno stabilimento all'avanguardia ed e' tra i piu' competitivi a livello europeo. Questi investimenti sono una smentita a chi dice che il nostro impianto e' obsoleto".

Lo ha affermato Fabio Riva in occasione della presentazione del Rapporto Ambiente e Sicurezza. "Agli avvoltoi che volano sopra l'Ilva rispondo che troveranno un leone ad aspettarli - ha aggiunto Riva, affrontando quindi le tematiche di impatto ambientale - vorrei che convenissimo qui, tutti, pubblicamente, che, non appena la Norma tecnica e tecnologie disponibili ed affidabili, che esamineremo insieme, lo permetteranno, l'Ilva adottera' il campionamento in continuo; Sara' un altro motivo di orgoglio per la Regione Puglia".

"A gennaio di quest'anno, nel nostro libro degli ospiti, lei signor Presidente Vendola, ha scritto: 'Il presente e' la siderurgia che cerca di far rima con ecologia: anche per fare il verso al cattivo fatalismo dei meridionali. Se l'Ilva cambia, Taranto respira e sorride': e' arrivato il momento di riconoscere che l' Ilva e' cambiata".

In occasione della presentazione del Rapporto Ambiente e Sicurezza, i militanti di Legambiente sotto uno striscione con la scritta ''Ci siamo rotti i polmoni!'', hanno distribuito mascherine antinquinamento ai partecipanti all'incontro.

''Studieremo con attenzione il Rapporto che l'ILVA presenta oggi e ne valuteremo con rigore il contenuto, ma oggi siamo qui a ribadire che, al di la' delle parole e dei rapporti, ci attendiamo un fatto: che l'Ilva si attivi immediatamente per abbattere le proprie emissioni di benzo(a)pirene, il pericolosissimo inquinante ''graziato' dal Decreto Legislativo del 13 agosto scorso che posticipa al 31 dicembre 2012 (dal 1999!) il raggiungimento dell'obiettivo di 1 nanogrammo per metro cubo, anche alla luce della media di benzo(a)pirene in atmosfera rilavata nei primi 5 mesi del 2010 che aveva superato i 3 nanogrammi per metro cubo.

Decreto che ha esautorato le Regioni dei loro poteri in materia e ha stabilito che le spese per l'adeguamento degli impianti industriali ai fini dell'abbattimento delle loro emissioni di benzo(a)pirene non debbano essere eccessivamente gravose condizionando, di fatto, gli interventi antinquinamento e, di conseguenza, la salute dei cittadini a mere ragioni di denaro''.

Questa la dichiarazione di Francesco Tarantini e Lunetta Franco, rispettivamente presidente regionale e presidente del circolo di Taranto di Legambiente.

''Attraverso la petizione ''Liberiamo l'Italia dal benzo(a)pirene', che sta raccogliendo molte importanti adesioni e che invitiamo tutti a sottoscrivere, e con l'audizione alla Commissione Ambiente della Camera del 9 novembre scorso, abbiamo lanciato un chiaro messaggio al Governo affinche' modifichi profondamente il decreto del 13 agosto introducendo nuovamente le norme ben piu' rigorose vigenti in precedenza - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente -. Oggi chiediamo invece direttamente all'Ilva atti concreti per ridurre le emissioni di benzo(a)pirene, anche attraverso investimenti economici rilevanti perche' il diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori sia garantito, certi che solo con un'industria innovativa e davvero sostenibile il nostro Paese sara' in grado di affrontare in modo efficace la crisi economica e occupazionale''.



1 commento:

Alberto ha detto...

Resta il dilemma se è possibile riconvertire lo stabilimento in qualcosa di veramente meno inquinante. Purtoppo vi è un ricatto occupazionale della proprietà che nonstante la crisi macina utili.
Perchè non pubblicano i bilanci economici?

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