lunedì 22 novembre 2010

DETRAZIONI 55%: si passa dai 5 ai 10 anni


Il governo, spinto dalle richieste corali di aziende, cittadini e opposizione, ha fatto una dovuta e inevitabile marcia indietro, anche se con delle crepe non indifferenti nella disposizione in questione: in sostanza, la proroga al 2011 degli incentivi per l’efficienza degli edifici entra a far parte della Legge di stabilità.

Rimarrà quindi, una volta approvato l’emendamento, la detrazione del 55 per cento per l’installazione di infissi termici, caldaie a basso consumo, pannelli solari, ma con una novità che fa storcere la bocca agli addetti ai lavori, vale a dire una netta differenza sui tempi della detrazione, che sarà spalmata in dieci anni anziché in cinque, come accaduto sin ad ora. Una vittoria a metà quindi, anche perché il ragionamento non è a lungo termine, protraendosi anno per anno, senza sicurezze circa l’esito nella finanziaria immediatamente successiva.

Sul piano politico, l’insoddisfazione è evidente nelle parole di Ermete Realacci, responsabile Green economy del Pd, che giudica la soluzione comunque «un risultato deludente che indebolisce la misura e la rende meno appetibile per i cittadini e meno competitiva per le imprese. L’eco-bonus del 55 per cento in edilizia è stata la misura anticiclica più importante attivata in questi anni, niente a che vedere con il tanto decantato Piano casa».

La logica del “meglio che niente” sembra ormai essere accettata come una consuetudine dalle aziende del settore, costrette a navigare a vista, in attesa che il governo decida o meno di favorire lo sviluppo dell’eco-sostenibilità. Che vuol dire poi andare a sbattere o no contro le direttive europee e le relative sanzioni: soldi che escono dalle nostre tasche e finiscono nelle casse europee, invece che in saggi investimenti nel fotovoltaico o nel termico.

«Questa scelta compiuta dal Governo rappresenta un ennesimo brutto segnale e sembra suggerire che la direzione intrapresa sia quella di un’eliminazione della detrazione – commenta Valeria Verga, segretario generale di Assolterm, associazione che riunisce circa l’80 per cento degli operatori del settore -. Sono due gli elementi di negatività. Da una parte, c’è il fatto che si è passato a un periodo iniziale di 3-4 anni per il recupero dei costi a quello di 10, dall’altra il fatto veramente sconfortante: il fatto che il governo arrivi sempre all’ultimo istante per poi fare una concessione. Le aziende non ragionano in questi termini: devono poter programmare e devono potersi fidare. Detto ciò, ci rimettiamo ad elaborare alternative e forme di incentivi indipendenti dalla fiscalità generale e dalla legge finanziaria».

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