Dagli anni Novanta con l'inizio dei lavori del complesso edilizio, all'abbattimento del 2006, fino all'ultimo capitolo di oggi.
Il gup del Tribunale di Bari ha disposto la revoca della confisca dei suoli di Punta Perotti, dove sorgeva il famoso "ecomostro" poi abbattuto, e dunque la loro restituzione alle tre imprese costruttrici. La decisione è stata presa dopo che la Cassazione aveva rinviato gli atti perché al momento della confisca i proprietari non erano stati avvisati. Ora la restituzione, come avevano chiesto la Procura di Bari e le imprese. Il giudice quindi ha disposto la restituzione dei terreni alle imprese costruttrici che subirono la confisca al termine del processo per lottizzazione abusiva dei suoli.
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha prontamente dichiarato che "Non e' possibile edificare ancora sull'area del parco di Punta Perotti".
Ecco le tappe salienti:
- 1995: Iniziano i lavori del complesso edilizio residenziale. Tre torri per complessivi 300mila metri cubi di acciaio e cemento. I lavori dei palazzi in costruzione sono di società dei gruppi Matarrese, Andidero e Quistelli.
- 1997: La Procura di Bari mette sotto sequestro gli immobili perché ''abusivi'': violano la legge Galasso che prescrive che gli immobili debbano tenere una distanza minima dal mare di almeno 300 metri. I palazzi di Punta Perotti sono costruiti ad una distanza inferiore.
- 1997-2001: Si innesta un lungo contenzioso con diversi giudizi contrastanti: annullamento del sequestro in Cassazione, confisca degli immobili in primo grado, annullamento della confisca in Corte d'Appello, ricorso della Procura generale di Bari in Cassazione. Costruttori e progettisti vengono invece assolti in primo grado dal momento che ai loro progetti sono state rilasciate le concessioni.
- 2001: E' il 29 gennaio: la Corte di Cassazione conferma la sentenza di primo grado. E' la svolta della vicenda. I palazzoni vengono confiscati e immessi nel patrimonio del Comune di Bari.
- 2001-2005: S'innesta un ulteriore contenzioso da parte dei costruttori per bloccare la demolizione e per ottenere il risarcimento dei danni. Nel frattempo, nel 2004, cambia la giunta comunale: Michele Emiliano (centrosinistra) subentra a Simeone Di Cagno Abbrescia (centrodestra).
- 2006: Il Comune decide per la demolizione. La gara viene affidata alla General Smontaggi di Novara. I Matarrese presentano diversi ricorsi con l'intenzione di far valere un pignoramento sugli immobili in base al quale, secondo la loro prospettazione legale, non si posso abbattere. I ricorsi non vengono accolti. E' il via libera definitivo all'abbattimento.
- 2006: Il 2 aprile viene abbattuto per implosione il primo blocco (i due terzi del primo 'fabbricato Matarrese'). Domenica 23 aprile saranno demoliti l'ultimo modulo del primo fabbricato nonché i due terzi dell'immobile posto parallelamente (secondo 'fabbricato Matarrese'). Lunedì 24 aprile saranno demoliti l'ultimo modulo del secondo fabbricato e l'immobile posto parallelamente alla ferrovia ('fabbricato Quistelli').
- 2009: Il 20 gennaio la Corte europea dei diritti dell'uomo ritiene che la confisca dei terreni di Punta Perotti da parte dello Stato rappresenti "una violazione" del diritto di protezione della proprietà privata e della Convenzione per i diritti dell'uomo.
- 2010: Il 15 novembre il gup del Tribunale di Bari revoca la confisca dei suoli su cui sorgeva l''ecomostro' di Punta Perotti e dispone la restituzione dei terreni alle imprese costruttrici che subirono la confisca.
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