Si chiama “L’ultimo chiuda la discarica” ed è un libro scritto da Piero Santamaria che sarà presentato venerdì alle ore 19.30 nell’ex chiesa di San Giuseppe a Conversano.
Si tratta di un appello di chi da trent’anni vive sotto la minaccia di discariche più o meno controllate, allestite in cave abusive di terreno, scavate nelle campagne tra Mola di Bari e Conversano (in provincia di Bari), anche «mangiando» una strada comunale, sullo sfondo dell’infinita emergenza rifiuti in Puglia.
Spazzatura seppellita senza proteggere l’ambiente o lasciata scoperta per giorni; discariche prive di adeguata recinzione e di tenuta del percolato; acque di falda a rischio inquinamento; perdite continue di biogas in una delle campagne più fertili dell’intera provincia. In Puglia, il sistema della raccolta differenziata stenta a partire e, purtroppo, lo smaltimento in discarica rappresenta ancora la principale forma di gestione adottata (per circa l’80% dei rifiuti).
La raccolta differenziata (che qualcuno elude bruciando tutto in un inceneritore, e di cui qualcun altro cerca di gonfiare i dati computando anche rifiuti speciali) è molto condizionata da chi gestisce le discariche.
Questo libro è il racconto di un testimone che per oltre vent’anni ha contrastato, prima come giornalista, poi come Assessore comunale, l’aggressione all’ambiente, svelando i retroscena di Studi di Impatto Ambientale parziali, di autorizzazioni «stabilmente» provvisorie, di proroghe e sopraelevazioni continue, per una discarica sempre aperta. “In questo libro ho raccolto la storia – dichiara Piero Santamaria – di alcune discariche della Lombardi Ecologia […]. Le notizie che ho raccolto e la ripetizione con cui si sono susseguite nel tempo hanno dell’incredibile. Il quadro d’insieme non dovrebbe lasciare spazio a dubbi: contrada Martucci non deve ospitare più impianti di smaltimento dei rifiuti; l’ambiente va tutelato nella sua dignità. […] Dalla lettura dei documenti che ho inserito nel libro emergerà che la nostra democrazia è zoppa, che la trasparenza è un optional, che manca la partecipazione civica, che non tutti fanno il proprio dovere”.
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