mercoledì 2 marzo 2011

Trasformazione del diritto di superficie nella zona 167 di Gioia del Colle (Ba)


La zona 167 di Gioia del Colle è, da sempre, al centro del dibattito locale per via della mancanza di qualità urbana. I Piani di Edilizia Economica e Popolare (P.E.E.P.) convenzionati nell’anno 1979 con le cooperative edilizie “Junior”, “La Casa” e “Esperia” nonché la lottizzazione di “Colle delle Gioie” convenzionata nell’anno 1989 hanno avuto la possibilità di realizzare edilizia residenziale a favore di soggetti aventi determinati requisiti reddituali e familiari. Il diritto alla casa, sancito dall’art. 47 della costituzione italiana, che diventa realtà per molte famiglie gioiesi.


Un alloggio concesso con il diritto temporaneo di superficie ovvero edificato dalle cooperative edilizie su aree comunali, espropriate a privati cittadini indennizzati secondo il loro valore agricolo e non per quello edificabile, ricadenti in zona C/1 del vigente piano regolatore. Un diritto concesso per un periodo di durata elevata (99 anni), salvo successive proroghe, che ha permesso a molte famiglie gioiesi di stabilizzarsi in un momento storico dettato dal caro alloggi e dagli elevati tassi bancari.

Tuttavia il governo nazionale con la manovra finanziaria per l’anno 1999, considerando che la pienezza del diritto di proprietà e la sua durata indefinita costituiscono aspetti di grande importanza, ha dato la possibilità agli enti locali di derogare a tale disposizione introitando una somma pari al 60% del valore venale dell’area mediato con quello domenicale con deduzione di quanto a suo tempo versato, opportunamente rivalutato.

L’attuale amministrazione con la parvenza di favorire i cittadini “disagiati” ha inteso proporre tale possibilità. Un provvedimento adottato dal Consiglio Comunale nella seduta del 13.12.2010, dove è fissato il valore per metro cubo edificato di € 21,76. In sostanza, una famiglia con alloggio di 100 mq di superficie lorda, al netto di balconi e posti auto che non hanno una propria volumetria, avrà la possibilità di riscattare la piena proprietà con un esborso di circa 7.000 euro da corrispondersi anche in cinque anni.

Tale “mossa” dell’amministrazione ha lo scopo di tamponare gli effetti del ridimensionamento del piano di recupero urbano (P.R.U.), dovuto a “imprevisti” aumenti dei costi di esproprio, perché i proventi di tali riscatti saranno riversati per interventi di riqualificazione di tali aree.

Quale vantaggio ottiene l’assegnatario nel riscattare il proprio alloggio? Essenzialmente nessuno perché allo stato attuale è scaduto il termine d’incommerciabilità degli immobili, liberamente alienabili anche a soggetti non aventi i requisiti per l’accesso all’edilizia economica e popolare. A questo si aggiunge che trattandosi di immobili con una vetustà di circa 25 anni (15 anni per “Colle delle Gioie”) i relativi assegnatari stanno sostenendo notevoli interventi di recupero degli edifici e delle singole unità abitative tali da non permettere altri immediati esborsi economici. E poi, in questa congiuntura economica, le possibili vendite di tali unità abitative in piena proprietà sarebbero meno convenienti di quelle in diritto di superficie di almeno 10mila euro, precludendo la possibilità di acquisto a nuovi nuclei familiari che oggi, come allora, hanno la necessità di trovare una casa a un prezzo economicamente sostenibile.

Sarà interessante scoprire quanti aderiranno a tale proposta dell’amministrazione che, dopo aver sottovalutato l’efficacia del piano di recupero urbano approvato per tali aree, già operativo, ritiene ora di risolvere, con tempi e modalità incognite, le problematiche a spese di quelle famiglie che da sempre ne subiscono i disagi e la frammentazione. Proposta che non appare come obiettivo di una città con una visione d’insieme, dove centro e periferia hanno pari valori e dignità, dove riqualificare un’area marginale ha la stessa valenza di riqualificare il centro della città consolidata.

Nunzio Loporcaro

pubblicato sul periodico locale La Piazza, n. 1, gennaio-febbraio 2011

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