lunedì 14 marzo 2011

Bari deve ripartire dalle sue periferie


Riqualificare le periferie per dare un nuovo slancio alle attività di edilizia pubblica e privata è il pensiero di Ambrogio Prezioso, presidente dell'AFM-ANCE, che si occupa di formazione manageriale all'interno dell'associazione nazionale costruttori.

Il messaggio chiaro ed inequivocabile è stato lanciato durante la presentazione dei master su pianificazione urbanistica, sviluppo del territorio ed investimenti immobiliari che Confindustria sta organizzando per il mese di Ottobre.
Il messaggio di Prezioso rende giustizia a tutti coloro che da tempo accusano il comune di Bari di investire poco per quanto riguarda la riqualificazione di alcune periferie della Città come ad esempio Torre a Mare, Catino, Palese, S.Spirito.
In questi territori, secondo molti cittadini, il Comune negli ultimi anni ha investito poco rispetto alle esigenze ed ai problemi esistenti. Porto turistico di S.Spirito, il nuovo polisportivo di via Brengola a Palese, il giardino di Catino, costa impraticabile e reti fognarie e del gas per molti tratti inesistenti a Torre a mare, sono solo piccoli esempi di questo atteggiamento passivo dell’amministrazione comunale Barese per quanto riguarda gli investimenti nelle periferie.
La causa declarata è sempre la stessa da decenni, la mancanza di fondi. I
 fondi però il comune di Bari li trova quando si tratta di sperperi autentici e opere inutili come, per esempio, le famigerate dodici fontane spara-liquami che l’ex Vice Sindaco di Bari Emanuele Martinelli fece realizzare sul lungomare di Bari.
Costate 700 mila euro più i costi di ordinaria manutenzione, non funzionano più da tempo.
Al contrario, per l’erba sintetica al campo sportivo di Palese dove il terreno mette a repentaglio piedi e gambe di tantissimi giocatori i soldi non ci sono.
A fronte di questa difficoltà (miopia?) dell’Ente pubblico ad investire, Prezioso suggerisce di superare il problema con una semplice ricetta, il sistema delle imprese deve diventare soggetto operativo anche nei confronti delle istituzioni".
Se lo Stato non può investire, ha affermato il Presidente dell’AFM-ANCE, allora è necessario che lo faccia con l'aiuto del capitale privato proponendo opere dove, a fronte di una spesa pubblica pari a uno, i privati ne attivano una 8 volte maggiore. I capitali, per cosi dire anticipati, andrebbero recuperati con la gestione pluriennale delle opere realizzate.
Un caso concreto di mix pubblico–privato in tema di opere pubbliche doveva essere il “project finacing” polisportivo e Giardino a Palese "fallito miseramente per colpa, secondo molti cittadini, del Comune di Bari che metteva totalmente a carico dei privati la spesa di realizzazione di tali opere. Il Costo dell’operazione era di cinque milioni e mezzo di Euro, in cambio il Comune offriva una concessione pluriennale del Polisportivo.
Una proposta indecente a parere di tanti cittadini. S
econdo costoro, il Comune avrebbe dovuto mettere a disposizione metà della somma oppure allettare i privati con qualche piccola variante urbanistica nella zona adiacente ai suoli interessati alle opere, questo almeno in via Brengola sul lascito Garofalo.
Qualcuno ricorda pure che tempo fa il Comune retto da quasi sette da Michele Emiliano aveva messo in bilancio cinque milioni e mezzo a disposizione per la costruzione di rifugi per poche centinaia di cani mentre, per una intera comunità di cittadini che versano al comune decine di milioni di Euro all’anno, lo stesso Comune ha fatto credere di non avere i soldi per polisportivo e giardino a Palese e quindi, dovevano essere totalmente a carico delle imprese private.
Che tale proposta di project financing sarebbe fallita miseramente era una certezza per tanti cittadini e così è stato.
Le ultime parole del discorso del presidente dell’AFM-ANCE, secondo tanti cittadini, dovrebbero diventare il pensiero quotidiano degli amministratori comunali baresi per svegliarli dal letargo mentale e farli sensibilizzare sui problemi di certe periferie .Prezioso,a conclusione del suo discorso ha detto: "la grande sfida della riqualificazione urbana è strettamente collegata al discorso delle infrastrutture a capitale misto pubblico-privato. Riqualifichiamo le periferie. Ma se vogliamo che i flussi vitali delle città si dirigano dal centro verso l'esterno, dobbiamo realizzare infrastrutture di qualità nei quartieri periferici"


Gaetano Macina

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