Votato a maggioranza, con sole due astensioni, il disegno di legge che modifica la legge regionale del dicembre 2005 che istituiva il Parco naturale regionale “Terra delle Gravine”.
Il parco comprende i territori di 13 comuni della Provincia di Taranto (Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra, Palagiano, Palagianello, Statte, Crispiano, Martina Franca, Montemesola, Grottaglie, San Marzano di San Giuseppe) e di un comune della Provincia di Brindisi (Villa Castelli) per un area complessiva pari a circa 28.000 ettari.
Il testo del disegno di legge, già discusso in una precedente seduta di Consiglio è stato oggetto di varie audizioni, oltre che di un serrato confronto in commissione.
Ricordiamo che le modifiche alla legge erano state sollecitate da Comuni, associazioni agricole, ambientaliste e venatorie per poter far partire “ufficialmente” le attività del Parco e renderlo fruibile.
I soggetti interessati, inoltre, chiesero in più incontri di tabellare opportunamente il perimetro delle aree del parco, per evitare ogni tipo di contenzioso, non avendo il ddl un consenso unanime da parte dei territori.
Gli “inghippi” all’approvazione del disegno di legge sono stati superati con la presentazione di 4 emendamenti bipartisan, ai quali hanno alacremente lavorato i consiglieri ionici di maggioranza ed opposizione.
“Ringrazio – ha detto il presidente della V commissione Donato Pentassuglia – tutti i colleghi dell’opposizione e l’assessore alle aree protette, Angela Barbanente, per aver affrontato un argomento così delicato, rispettando le volontà dei territori. Abbiamo cercato di trovare un punto di equilibrio importante, che però non snaturasse il documento originario”.
Sulla stessa frequenza il consigliere PdL Pietro Lospinuso che ha spiegato come gli emendamenti “siano un punto d’incontro con le esigenze di coltivatori e cacciatori”.
Il problema dell’attività venatoria, che aveva spaccato il Consiglio nella precedente seduta, è stato superato con la presentazione di un ordine del giorno, anch’esso votato all’unanimità con una sola astensione (quella del consigliere Idv Patrizio Mazza) che impegna il Governo regionale a predisporre entro 90 giorni uno studio relativo alle aree agro-silvo-pastorali , al fine di rivedere il Piano faunistico regionale e consentire l’individuazione di territori liberi da destinare alle attività venatorie secondo le vigenti normative nazionali.
“I parchi – ha concluso l’assessore Angela Barbanente – non devono essere recepiti come recinti, ma laboratori in cui si sperimenta un nuovo modo di vivere e produrre. Nei decenni precedenti abbiamo inferto danni irreversibili all’ambiente, privilegiando la logica del profitto. Ora è importante cominciare ad invertire la rotta: vincolare e proteggere aree di pregio, ma per poi metterle in rete, perché è assurdo un territorio costellato di isole naturalistiche conchiuse da un mare di degrado”.
Sostanzialmente d’accordo anche il capogruppo PdL, Rocco Palese, che ha rimarcato di “non avere nulla contro i parchi. Mi preoccupa solo il fatto che non svolgano adeguatamente la loro funzione di sviluppo. Per ora i parchi sono solo un’insieme di vincoli e perimetrazioni, mi piacerebbe invece cominciare ad individuare un parco che abbia anche una buona gestione, capace di coniugare natura e sviluppo”.
“Il parco è innanzitutto un’area naturale che va protetta – ha dichiarato il capogruppo SEL Michele Losappio – e non può essere un luna park. La dimensione dei parchi pugliesi rispetto all’intero territorio è davvero un’inezia, anche perché ormai c’è davvero poco da conservare. Nel votare questa legge oggi, ognuno sacrifica un po’ delle sue convinzioni, ma l’importante è raggiungere il risultato di avere un altro piccolo polmone verde nella nostra Puglia sempre più avvelenata”.
fonte: Regione Puglia
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