Si apprende che il governo italiano ha pagato i danni morali e le spese processuali ai Matarrese per l'illegittima confisca di Punta Perotti. Liquidando 40mila euro alla società Sud Fondi lo Stato ha ottemperato alla sentenza della Corte europea del 20 gennaio 2009.
È quanto scritto nel documento presentato dall'Italia sul tavolo del Comitato dei ministri, l'organo decisionale del Consiglio d' Europa che oggi 8 marzo si riunirà per affrontare il caso Punta Perotti. Nella relazione inviata Palazzo Chigi sottolinea anche come il sindaco di Bari Michele Emiliano abbia disposto, a seguito della decisione del gup di Bari del 21 gennaio 2011, la restituzione dei terreni ai ricorrenti che sono a loro disposizione dall' 8 febbraio. Il Comitato dei ministri che esaminerà il dossier Sud Fondi (Gruppo Matarrese) avrà due opzioni: chiudere il caso o sollecitare l'Italia a rispondere alla sentenza del 20 gennaio 2009. L' ipotesi più probabile è che l'organo del Consiglio d' Europa giudichi positivamente l'operato italiano che ha liquidato le spese morali ma non ancora quelle patrimoniali, in quanto ancora non è nota l'entità del risarcimento che spetterà ai Matarrese. Nella sentenza dello scorso 20 gennaio 2009 la Corte europea infatti non aveva quantificato il danno patrimoniale affidando alle parti la ricerca di una mediazione. Ma i sei mesi di tempo concessi dai giudici di Strasburgo per trovare un'intesa sono ormai scaduti. Il Comune di Bari ha offerto la propria disponibilità a individuare nuovi suoli sui quali trasferire le volumetrie di Punta Perotti. Ma i costruttori hanno respinto al mittente il tentativo di mediazione dicendo di preferire l'indennizzo economico. La Sud Fondi (Gruppo Matarrese) ha chiesto in tutto 274milioni di euro, Mabar (Gruppo Andidero) 62 milioni e Iema (Gruppo Quistelli) quasi 14 milioni. Sarà, nelle prossime settimane, la Corte europea a sancire definitivamente l' entità dei danni patrimoniali
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