venerdì 22 luglio 2011

REGIONE PUGLIA / Nuovo piano casa regionale: procedure più snelle e maggiori incentivi

Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato ieri all'unanimità il disegno di legge che modifica il vecchio Piano Casa (legge regionale n.14 del 2009) e che inoltre recepisce le norme urbanistiche contenute nel recente Decreto Sviluppo (legge n. 106 del 12 luglio 2011) varato dal governo nazionale.

“La rapidità con cui la Regione ha proceduto al recepimento delle norme nazionali adeguandole e adattandole alle esigenze del territorio – ha spiegato l’assessore regionale all’Urbanistica, Angela Barbanente - deriva dal fatto che azioni, fini e incentivi erano già presenti nella legislazione pugliese da diversi anni.” Apprezzamento per l'approvazione all'unanimità della nuova legge regionale da parte dell’Assemblea è stata espressa dal presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna. La Puglia, fa notare, “è la prima Regione italiana a dotarsi di uno strumento che punta a migliorare i nostri centri abitati e la qualità edilizia, consentendo interventi importanti di qualificazione residenziale e ambientale e misure di contrasto del degrado urbano, assicurando allo stesso tempo una boccata d’ossigeno all’industria edile ed all’occupazione”.

La parte riguardante le modifiche al Piano Casa, contenute nel Titolo I della nuova legge, proroga la scadenza del Piano fino al 31 dicembre 2012 e consegna agli enti locali nuove norme urbanistiche da attuare con procedure amministrative più rapide: è sufficiente una Dia in sostituzione della più complicata variante urbanistica, a condizione che gli immobili interessati risultino regolarmente accatastati.

La nuova legge prevede inoltre – spiega una nota del Consiglio regionale - maggiori concessioni per l’ampliamento della volumetria complessiva, ulteriormente incrementabili in presenza di alcuni indicatori, purché gli immobili interessati risultino regolarmente accatastati.

In particolare, il limite di ampliamento delle volumetrie viene abbassato da 1000 metri cubi a 200 metri cubi, ma sono previsti premi di cubatura che innalzano a 350 metri cubi l'intervento qualora si rispettino i criteri dell'edilizia sostenibile.

Per le demolizioni e ricostruzioni il premio volumetrico sale al 35% e vengono cancellati una serie di oneri burocratici, quali ad esempio i costi relativi alla perizia giurata del professionista e i costi per l'imposta di registro.

Il Titolo II della nuova legge regionale riguarda il recepimento della materia urbanistica contenuta nel “Decreto Sviluppo”. Le norme consentono di procedere ad una più rapida riqualificazione ambientale attraverso la demolizione di manufatti edilizi collocati in zone sensibili e residenziali, consentono la loro ricostruzione e di delocalizzarne le volumetrie. Gli incentivi offerti in termini di maggiori volumetrie a chi si avvarrà di tali possibilità, variano da un minimo del 10% ad un massimo del 35% in più delle volumetrie originarie, a seconda dei criteri di intervento (se rientra nel punteggio 4 individuato dalla legge del 2008, se destinato all'edilizia sociale o se inserito in un programma di rigenerazione).

Viene incentivata anche la riqualificazione ecologica degli edifici ricadenti nelle aree urbane degradate, quella fisica e funzionale di aree interessate dalla presenza di edifici produttivi dismessi purché privi di qualità architettoniche e la delocalizzazione di edifici produttivi da aree destinate ad usi non compatibili.

Inoltre, vengono estesi i poteri di intervento per la tutela degli edifici di valore dell'architettura contemporanea: a spingere i Comuni a intervenire basterà che i cittadini, gli enti o le associazioni richiedano alla Regione l'elenco dei beni. Diversamente dal Decreto Sviluppo, che ha innalzato a 70 anni la soglia per la tutela dei beni di interesse culturale, la nuova legge pugliese non prevede limiti di tempo.

Il nuovo Piano Casa varato dalla Regione Puglia allenta i vincoli che finora hanno impedito il decollo delle misure per il rilancio del settore edilizio. “Le finalità del provvedimento – ha sottolineato il presidente del Gruppo Udc-Regione Puglia, Salvatore Negro - sono state quelle di liberare le piccole e medie imprese (la maggior parte delle quali a conduzione familiare e quindi senza alcuna possibilità di partecipare ai grandi appalti) da quei lacci e oneri burocratici previsti dalla legge regionale, che fino ad oggi ne hanno frenato lo sviluppo e di mettere le stesse in condizione di muoversi con agilità e stare al passo con i tempi”.

Il consigliere regionale Pdl, Domi Lanzilotta, ha proposto all’Assessore Barbanente di istituire “una apposita struttura, o ‘cabina di regia’ che effettui un continuo monitoraggio della sua concreta attuazione sul territorio. Occorre cioè assolutamente scongiurare il rischio che la volontà finalmente concorde dei legislatori nazionale e regionale si infranga contro il solito muro di gomma delle resistenze non sempre trasparente delle burocrazie periferiche, al fine di far sì che le nuove, positive normative possano dispiegare pienamente i loro fecondi effetti sulle legittime aspettativi di famiglie e di imprese e sulla ripresa economica dell’intera Regione”.


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