C’è tempo fino al 30 settembre prossimo per evitare di dover pagare l’Ici non dovuta sui fabbricati rurali. A ricordarlo è la Coldiretti, in vista della scadenza del termine previsto dalla Finanziaria per vedersi riconosciuta la giusta attribuzione per gli immobili per i quali sussistono i requisiti di ruralità.
La richiesta va presentata all’Agenzia del Territorio e riguarda la variazione della categoria catastale A/6 per gli immobili rurali ad uso abitativo e D/10 per gli immobili rurali strumentali. Nella domanda l’interessato deve includere un’autocertificazione nella quale dichiara che l’immobile possiede i requisiti di ruralità, in via continuativa a decorrere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione della domanda.
Ciò dovrebbe consentire di chiudere una volta per tutte il problema dei contenziosi con i Comuni, che aveva visto la Coldiretti impegnata in tutte le sedi per evitare il rischio che gli agricoltori dovessero di fatto pagare due volte.
L’assoggettamento ad Ici dei fabbricati rurali avrebbe, infatti, comportato una vera e propria duplicazione di imposta, poiché la capacità contributiva espressa dai fabbricati medesimi è compresa nel reddito dominicale dei terreni ai quali risultano asserviti e, in quanto tale, è già assoggettata al tributo comunale.
L’Agenzia del Territorio convalida l’autocertificazione entro il 20 novembre, dopo aver verificato la presenza dei requisiti di ruralità. In caso di inerzia da parte dell’Amministrazione, il contribuente può assumere in via provvisoria per dodici mesi la categoria catastale richiesta.
La richiesta può anche essere negata con provvedimento motivato entro il 20 novembre 2012. In questo caso, il richiedente è tenuto al pagamento delle imposte non versate, degli interessi e delle sanzioni determinate in misura raddoppiata rispetto a quelle previste dalla normativa vigente.
Il Dl sviluppo prevede che le modalità applicative, la documentazione necessaria per la presentazione della domanda e i criteri per l’accertamento delle autocertificazioni siano chiariti con un decreto del Ministero dell’Economia. Al momento, sembra che il documento non sia ancora disponibile.
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