giovedì 29 settembre 2011

Inaugurato a Taranto nuovo impianto fotovoltaico



Un nuovo complesso industriale destinato alla fabbricazione di lamiere e pannelli fotovoltaici per la produzione di energia solare è stato inaugurato oggi a Taranto dal presidente e dall’amministratore delegato del gruppo Marcegaglia, Steno e Antonio Marcegaglia. Alla cerimonia inaugurale del nuovo insediamento produttivo del gruppo erano presenti il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e il presidente della Provincia, Gianni Florido. Già da un anno il gruppo Marcegaglia, attivo nel settore della trasformazione dell’acciaio, a Taranto ha dismesso la produzione di caldaie industriali per riconvertirsi all’energia pulita. Nello stabilimento si producono pannelli e lamiere per il fotovoltaico.


Già nel febbraio scorso era stato avviato un impianto a totale integrazione architettonica installato sui 13 capannoni industriali di Taranto coperti da innovativi moduli fotovoltaici flessibili a film sottile in silicio amorfo, per una potenza installata di 3,2 MW, in grado di produrre 3,7 milioni di kWh (pari al fabbisogno energetico di circa 1.400 famiglie).

“Solo per questa sfida del fotovoltaico a Taranto abbiamo stanziato 15 milioni di euro, ma in questi quattro anni il nostro gruppo ha investito oltre un miliardo di euro all’estero e soprattutto in Italia”. Lo ha detto Antonio Marcegaglia, amministratore delegato dell’omonimo gruppo industriale nel corso dell’inaugurazione del nuovo stabilimento a Taranto. “Questa nostra tecnologia – ha proseguito – è particolarmente interessante e vincente laddove si tratta di fare nuovi tetti e o sostituire tetti ammalorati o rivestiti d’amianto. Il privato, commerciante o imprenditore, che ha un capannone può avere un prodotto competitivo che ha un’ottima resa e un effetto estetico importante”.

Nel febbraio scorso erano stati installati sui tetti dei capannoni dello stabilimento di Taranto pannelli per 3,2 megawatt di fotovoltaico. “In quella occasione – ha precisato Antonio Marcegaglia – comprammo il prodotto finito per assemblarlo sui tetti. Oggi abbiamo i macchinari per la produzione di queste lamine che prima venivano importate e incollate. Da assemblatori, dunque, diventiamo anche autoproduttori delle lamine e seguiamo l’intera filiera produttiva”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dopo nove anni di lavoro presso la ditta marcegaglia e grazie a questa riconversione industriale a cinquantunoanni sono stato considerato un esubero mobbizzato e collocato in mobilità. Con moglie invalida al 50% due figli a carico e la decisione del governo di allungare l'età pensionabile,hanno rovinato me e la mia famiglia.E anche colpa del governo che incentiva i grossi imprenditori lasciando a casa i più poveri.Da onesto e bravo lavoratore,hanno voluto ,condizionato la mia vita e quella dei miei familiari. Chi mi assume a questa età caro ministro del lavoro? Resterò DISOCCUPATO, ma darò certo lavoro alle forze dell'ordine: adesso mi tocca andare a rubare.Dov'è finita l'opposizione?. I sindacati! Per tutelare i propri interessi e quelli delle aziende, sono pronti con la penna in mano a firmare i licenziamenti dei lavoratori.Oramai tranquilli,si sono assicurati i contributi delle tessere. Non condannate i giovani per quello che è successo a Roma,adesso ci sono anche i padri di famiglia a protestare,siete voi i veri provocatori, nessuno li ascolta,sono indignati,non hanno un futuro. Cari politici,che volete imporre la riforma pensionistica: per rientrare nei parametri imposti dall'unione europea,date prima voi l'esempio agli italiani,diminuitevi lo stipendio e allungatevi l'età pensionabile, gli altri vi seguiranno.Finiranno di ridere di voi.

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