In buona parte dell'Italia, nessuno si scandalizza, se il proprietario di una casa ne propone l'affitto senza un contratto regolare. Questo perché non abbiamo idea di come la collettività potrebbe impiegare quei 972 milioni che si stima siano sottratti al Fisco ogni anno, per via delle circa 500 mila locazioni in nero. Ma sta per partire un nuovo attacco dello Stato, con il Decreto sul federalismo municipale, ormai in dirittura d'arrivo, grazie all'esame odierno dell'ufficio di presidenza della commissione bicamerale. Con il federalismo, serviranno più risorse per le casse pubbliche, e così, assieme al decentramento, arrivano nuove misure anti-evasione sugli immobili. Per ridurre l'evasione, è in arrivo anche la "cedolare secca", una tassa sui proventi da affitto fissa del 23 per cento (20 per chi ha figli), e non proporzionale al reddito. Ma già si sa che non basterà. E allora servirà il bastone. Ecco come.
Saranno gli inquilini stessi, a denunciare gli affitti in nero, secondo l'ipotesi del legislatore, perché per loro sarà conveniente. Chi non registra il contratto di locazione, infatti, non solo dovrà pagare l'imposta dovuta più le sanzioni, ma sarà anche costretto ad affittare per i 4 anni successivi ad un prezzo irrisorio (il triplo della rendita catastale). L'unico inconveniente, per gli inquilini, sarà che il proprietario, alla scadenza del contratto, darebbe molto probabilmente loro la disdetta.
Un modo molto diffuso per evadere il fisco è quello di dare la casa in comodato gratuito. Il comodato è un contratto mediante il quale una parte (comodante) consegna ad un'altra (comodataria) un immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituirlo. È una scelta adottata dai proprietari che affittano la casa in nero, per dare una parvenza di legalità anche all'intestazione delle utenze, e col vantaggio di poter cacciare l'inquilino in qualsiasi momento. Oppure si applica fittiziamente a fratelli e genitori, col vantaggio, per questi ultimi, di non pagare l'Ici come abitazione principale. Il decreto legislativo sul federalismo municipale cancella la possibilità, per i Comuni, di assimilare all'abitazione principale (e quindi rendere esenti dalle imposte) gli immobili concessi ai parenti.
Con l'introduzione dell'Imu - imposta municipale sugli immobili, la tassa locale che prende il posto dell'Ici – i Comuni potranno prevedere inasprimenti dell'imposta (nel limite dello 0,3 per cento) nei confronti degli immobili lasciati sfitti, analogamente a quanto si sta tentando a Roma, con l'introduzione di una super-Ici del 10 per mille sulle case sfitte.
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