sabato 22 gennaio 2011

PUNTA PEROTTI: I suoli ritornano ai costruttori


I suoli dove sorgeva Punta Perotti, complesso edilizio abbattutto nel 2006, e dove oggi sorge il parco, devono tornare ai costruttori. Lo ha deciso il gup del tribunale di Bari Antonio Lovecchio. La decisione sulla restituzione dei terreni nasce da una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha ritenuto la confisca dei suoli una sanzione arbitraria perchè gli imputati sono stati assolti a conclusione del processo per lottizzazione abusiva.

Le tre società costruttrici cui andrebbero restituiti i suoli sono le imprese costruttrici Sudfondi, Mabar e Iema riconducibili alle famiglie Matarrese, Andidero e Quistelli.

Il gup Lovecchio con la decisione odierna scioglie la propria riserva sull'immediata esecutività dell’ordinanza con la quale egli stesso il 15 novembre scorso ha disposto la revoca della confisca dei terreni: la nuova decisione è stata presa perchè il Comune di Bari – che contro la restituzione ai proprietari è ricorso alla Corte di Cassazione – ha chiesto nelle scorse settimane al gip di sospendere l’ordinanza di novembre di restituzione dei terreni. Il Comune di Bari ha motivato il ricorso prospettando un danno economico di due milioni di euro, il denaro impegnato per la costruzione – sui terreni che vengono ora restituiti – del Parco Punta Perotti. Il Comune paventa anche il rischio che i terreni possano essere venduti o riedificati.

«I rischi paventati in ricorso – scrive il gup – appaiono astratti ove si consideri che a distanza di oltre due mesi dall’ordinanza, di otto mesi dalla sentenza della Cassazione e di due anni da quella della Corte europea, nessuna concreta iniziativa è stata assunta dalle imprese e il parco continua ad essere curato dall’ autorità comunale e fruito dai cittadini».

Il giudice aggiunge anche, a proposito del danno economico, che sarebbe «più cospicuo» il danno ai contribuenti se dovessero pagare il risarcimento ai costruttori anche per la mancata restituzione. «Il provvedimento di sospensione – scrive al riguardo il gup, riportando la posizione dell’Avvocatura dello Stato – determinerebbe entro fine mese una decisione della Cedu (Corte europea dei diritti umani, ndr) che liquiderebbe alle imprese il danno materiale derivante dalla compressione dei loro diritti». Che Punta Perotti non fosse una costruzione abusiva lo stabilì anche la Cassazione nell’ottobre '97, quando già restituì ai proprietari gli immobili che erano stati sequestrati. La magistratura barese, due anni dopo, assolse otto persone tra costruttori e progettisti, ma dispose la confisca del complesso per violazioni ambientali e l’abbattimento.

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