Il Ministero della Difesa intende vendere al miglior offerente l'isola di San Paolo nel golfo della città di Taranto perchè non piu’ d’interesse per le forze armate. L'isola e altri 60 beni da alienare sul territorio nazionale, formano un elenco di immobili pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 gennaio.
Di questo patrimonio militare, ciò che piu’ potrebbe attirare investimenti turistici sono i fari, molti dei quali si trovano su piccole isole, e che fino ad oggi sono stati off limits ai civili, in quanto, appunto, di proprietà militare.
L’isola di San Paolo, nel golfo di Taranto, che insieme a quella di San Pietro, forma l’arcipelago della Cheradi, chiude a sud-ovest, la darsena del Mar Grande di Taranto. Su entrambe le isole sono vietati ad oggi, lo sbarco e la navigazione e sono presenti installazioni militari che furono utilizzate durante la seconda guerra mondiale, ma che attualmente sono abbandonate. Sull’isola di San Paolo c’è il Forte Laclos, una fortificazione che Napoleone fece costruire intorno alla fine del 1700.
Da tempo la Difesa ha avviato un processo di dismissione del suo patrimonio immobiliare presente su tutto il territorio nazionale, in parte per fare cassa ed ovviare quindi ai tagli subiti dal comparto delle forze armate in parte perché tali beni, non sono più in linea con le attuali esigenze della Difesa.
In merito a questo provvedimento si registra l'intervento del Consigliere regionale tarantino Alfredo Cervellera (Sinistra e Libertà) che ha inviato una lettera all’assessore regionale al turismo, Silvia Godelli. La lettera è stata indirizzata, per conoscenza, anche al Presidente della Regione, Nichi Vendola e al Sindaco di Taranto, Ezio Stefàno.
“Egregio Assessore, qualche settimana fa, durante la presentazione del mio libro ‘Arsenalotti’ a Palazzo di Città, alla presenza dei vertici militari e cittadini, mettesti in risalto la volontà della Regione, unitamente al Comune, di utilizzare le Aree Demaniali militari, dismesse e in dismissioni, per valorizzarle ai fini di un rilancio turistico e culturale di Taranto. La presenza dell’Amm. Ricci rendeva calzante l’esempio del Castello Aragonese, che, grazie a lui e alla Marina Militare, è diventato con minime risorse impiegate il sito più visitato della Puglia dopo Castel del Monte. La risposta del Governo Berlusconi e del Ministro Larussa è stata quella di mettere in vendita con una gara pubblica l’isola di San Paolo. Per noi tarantini è una mazzata tremenda, un’assurdità incomprensibile: come se il Governo volesse mettere all’asta il Colosseo. Siamo a Totòtruffa e alla tentata vendita della Fontana di Trevi. Lo Stato che mette in vendita i suoi gioielli non tenendo conto né della loro storia né del loro valore identitario con una comunità ed il suo territorio. Il Sottosegretario alla Difesa, on. Crosetto, è stato brutale in una intervista televisiva: stiamo vendendo per fare cassa. Peccato che nel suo territorio questo problema non se lo è posto, quando con un Accordo con la Regione Toscana le ha ceduto gratuitamente l’isola militare della Palmaria per valorizzarla ai fini turistici. Ma di questo Governo a trazione leghista non c’è da meravigliarsi più di tanto dei due pesi e due differenti misure verso il Sud e verso Taranto. Questo è il ringraziamento che la nostra Città merita dallo Stato, proprio nel 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Taranto ha sacrificato nel corso di questo secolo e mezzo un diversificato sviluppo economico permettendo l’occupazione di ben 1400 ettari di terreni del suo territorio per fini strategici e militari dello Stato. Quando nel 1991 si decise di trasferire la Stazione Navale da Mar Piccolo a Mar Grande fu sottoscritto tra la Regione Puglia, la Provincia, il Comune di Taranto ed il Governo un Protocollo d’Intesa per cedere gratuitamente alla Città le Aree Militari da dismettere come l’ex Stazione Torpediniere. Patti stracciati e non rispettati nonostante la protesta, forse tardiva dopo 16 anni, di cui mi feci carico io a nome dell’Amministrazione Comunale Stefàno con i vertici del Ministero della Difesa. Fu proprio in occasione di un incontro con lo Stato Maggiore della Marina, convocato a Roma sul destino della Nave Veneto, che ufficialmente consegnai al Ministero della Difesa, da Vice Sindaco, a nome del Comune, le idee progettuali elaborate in Aree Vasta sul riutilizzo delle Aree Demaniali militari. Quattro proposte concrete: il Polo Museale da far sorgere nella ex Stazione Torpediniere in connessione con la Villa Peripato, il Museo della Magna Grecia e il Castello Aragonese, la Nave museo V. Veneto, l’area dei Baraccamenti Cattolica, e “dulcis in fundo” l’Isola di San Paolo. Devo dire che la Marina è stata recettiva ha elaborato in questi anni una sua proposta che doveva essere discussa a breve con il Comune, la Provincia, le Soprintendenze e, tramite Invitalia, con la Regione Puglia per un Accordo di Programma che tenga conto delle esigenze militari e di quelle del nostro territorio. Alla fine di dicembre è stata presentata alla Regione da Area Vasta, negli ambiti dei poli museali tarantini, una proposta di valorizzazione dell’Isola di San Paolo. Ora la doccia fredda della sua vendita. Il Ministero della Difesa non tiene conto della ferita che sta infliggendo al nostro territorio: San Paolo, con il Forte Laclos, rappresenta la nostra storia e la nostra identità di tarantini. Per questo chiedo a te, al Governo regionale e agli Enti Locali di Taranto di intervenire sul Governo nazionale per evitare lo scippo che ci vogliono ‘regalare’. Il Comune di Taranto, che sta per uscire dallo stato di dissesto economicamente non è in grado di esercitare il diritto di prelazione dell’isola, ma potrebbe impedire qualsiasi speculazione privata essendo l’unico titolato a concedere le previste concessioni sul suo territorio. Inoltre, c’è un ruolo che deve essere svolto dalle Soprintendenze per tutelare l’integrità storica e culturale del nostro territorio. Per concludere chiederò ai Presidenti di convocare urgentemente la V e la VI Commissione regionale, di cui faccio parte, per affrontare il tema sotto gli aspetti urbanistici e culturali con audizioni del Governo regionale, degli Enti Locali e possibilmente del Ministero della Difesa. Dobbiamo riprendere il percorso avviato in Area Vasta per discutere nel merito le idee progettuali sul riuso delle ex Aree demaniali militari con la concertazione di tutti i soggetti interessati: Regione, Provincia e Comune di Taranto, Partenariato economico e sociale, Invitalia, Soprintendenze e Ministero della Difesa. Nessuna speculazione solo valorizzazione del territorio nell’interesse di Taranto. Nel ringraziarti del tuo sicuro interessamento, ti invio i più cordiali saluti”.
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