Non soltanto eguali volumetrie. L’amministrazione comunale è pronta a concedere alle imprese proprietarie dei terreni di Punta Perotti anche aree che raggiungano complessivamente lo stesso valore di mercato di quelle su cui adesso sorge il parco urbano. L’offerta del Comune, che sta prendendo corpo in queste ore, sarà inserita nella proposta di conciliazione che il governo italiano presenterà alla Corte europea dei diritti dell’uomo entro il 31 gennaio.
«Ci stiamo lavorando — dice il sindaco Michele Emiliano — Fermo restando che il parco non si tocca, il Comune è disponibile a riconoscere ai costruttori (oltre a Matarrese, anche Quistelli e Andidero, ndr) non soltanto la possibilità di edificare altrove le stesse volumetrie, ma anche aree dello stesso valore di mercato. Credo che di fronte ad un’offerta di questa portata, la Corte non avrà nulla da eccepire». La proposta che si sta mettendo a punto a Palazzo di Città coglie un po’ di sorpresa Michele Matarrese. «Formalmente non ne sappiamo nulla — fa sapere — Il sindaco dice di essere in contatto con Berlusconi, quindi sarebbe opportuno che girasse qualsiasi ipotesi di soluzione alla presidente del consiglio dei ministri che, quindi, la farebbe pervenire a noi».
Emiliano non ha dubbi: non sta per aprirsi un nuovo braccio di ferro con le imprese. «Non spetta ai costruttori valutare la congruità della proposta di conciliazione, ma alla Corte europea — avverte — Gli unici titolati a pronunciarsi sono i giudici, e non certo gli imprenditori. Di fronte ad un’offerta di risarcimento che contempla anche i valori di quelle aree, non credo che la Corte avrà nulla da eccepire». Emiliano non si sbilancia sulle aree da mettere a disposizioni delle imprese. Potrebbe trattarsi di terreni già di proprietà delle stesse, ma non ancora inseriti in piani di lottizzazione, ma anche di qualche area pubblica. In un caso e nell’altro, tutti gli indizi portano dritto alla zona del Tondo di Carbonara, la cui urbanizzazione sarà l’affare dei prossimi anni.
Per il Comune la posta in palio è altissima. La mancata sospensione della restituzione dei suoli alle imprese, richiesta dai legali di Palazzo di Città e negata dal gip del tribunale, Antonio Lovecchio, è di fatto un punto a favore delle richieste dei privati. È stato dopo questa decisione, che il sindaco Michele Emiliano ha annunciato di voler aderire alla richiesta della presidenza del consiglio dei ministri di rinunciare a ogni contenzioso relativo alla revoca della confisca dei suoli, a cominciare dal ricorso in Cassazione. Un passo necessario per favorire la composizione amichevole dinanzi alla Corte di Strasburgo.
A favore di una composizione bonaria si è schierato anche il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che ha scritto personalmente a Emiliano. La decisione dei giudici di Strasburgo, per i quali la confisca dei suoli è arbitraria, e il provvedimento con cui il gip barese Antonio Lovecchio riconosce che non c’è «altro rimedio se non la restituzione ai proprietari», non scoraggiano il sindaco. «Io e la mia amministrazione — ribadisce Emiliano — rimaniamo contrari a ogni ipotesi di riedificazione nell’area, dove oggi sorge il più grande parco urbano della città. Si tratta di una zona sottoposta a tutela paesaggistica che, tuttavia, ha un indice di edificabilità elevatissimo, pur dovendosi rispettare una distanza dal mare di 300 metri». Il primo cittadino non ha dubbi: se i proprietari rientrassero pienamente in possesso di quelle aree, si potrebbe assistere alla costruzione di torri di altezza incompatibile con la tutela del paesaggio. Per questo l’amministrazione è disponibile a spostare quei volumi in altre aree, riconoscendo alle imprese un valore immobiliare pari a quello dei terreni confiscati.
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