mercoledì 10 dicembre 2008

Il futuro strategico “condiviso” di Gioia del Colle. I progetti gioiesi per il Piano Strategico Metropoli Terra di Bari.



La “volontà politica” gioiese ha sfornato i progetti strategici per la nostra città, che andranno a comporre il puzzle della pianificazione di area vasta della Terra di Bari. E’ mancato, come avevamo paventato, nello scorso numero di questo periodico, l’approccio partecipativo, che non è stato né ricercato e né auspicato. Dicevamo che un piano strategico è tale, se non vi è centralizzazione dell’autorità, se le decisioni non vengono imposte, se qualunque strategia si basa sul consenso ampio e di lunga durata, su un agire comunicativo e sulla dimensione relazionale, per realizzare una pianificazione collaborativa e partecipata. Ma, forse, le scelte dovevano essere ad appannaggio di alcuni, contrariamente a quanto si affermava in campagna elettorale e a quanto dichiarato dal Sindaco sul secondo numero di Agorà, canale di informazione tra l’istituzione piano strategico e i cittadini: “L’unione fa la forza. Dobbiamo lasciar perdere i localismi e pensare al futuro strategicamente, entrare in rete e fare sistema per crescere tutti insieme”. A conferma di questi buoni propositi, il sottoscritto, unico rappresentante gioiese, in seno all’assemblea delle associazioni e della cittadinanza attiva, organo costituito dall’ufficio del Piano Strategico della Metropoli Terra di Bari, ma non è mai stato convocato dall’amministrazione comunale!
Quindi dal “cilindro” non è uscito il classico coniglio, ma venti progetti, per il futuro “sostenibile” di Gioia del Colle. Si passa dal famoso interramento dei binari ai lavori di realizzazione della viabilità complementare alla chiusura degli attraversamenti ferroviari di via Dante e di via D’Annunzio. In pratica, si dice, se non possiamo arrivare all’uva ci accontentiamo della realizzazione dell’allargamento della str. vic.le La Villa, prolungamento del sottovia carrabile di via Le Strettole, e di via Lagomagno, nel tratto compreso tra via Dante e via D’Annunzio. Una scelta discutibile, quella dell’Amministrazione, tale da confondere, ove ve ne fosse bisogno, le idee, poco chiare, sullo sviluppo della nostra città.
Tralasciando l’uso elettoralistico della problematica dei passaggi a livello, andrebbe avviato un confronto sulle reali possibilità che ha la nostra città di vedere risolto questo cruciale problema infrastrutturale, che si trascina agli sgoccioli del nuovo ultimatum, fissato dal Consiglio di Stato per il prossimo 31 dicembre. Un braccio di ferro, ricordiamo, che ha già comportato la chiusura al transito pedonale e veicolare di via Dante, il giorno 20.7.2007, da parte di RFI.L’occasione del piano strategico avrebbe voluto che quel tavolo di concertazione con RFI, più volte auspicato, delineasse le reali possibilità di risoluzione della problematica. Invece tutto questo è stato abilmente bypassato preferendo proporre utopicamente la propria idea, senza possibilità di misurarne il reale grado di attuabilità. Chiedere l’interramento ad oltranza, non gioverà alla città, e rivelerà le motivazioni della presenza dell’“asso nella manica” dell’allargamento viario della str. vic.le La Villa e di via Lagomagno.


Nunzio Loporcaro

pubblicato sul periodico locale La Piazza, n. 6, novembre-dicembre 2008






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