La percentuale della detrazione per la riqualificazione energetica degli edifici potrebbe scendere dall’attuale 55% al 40-45%. È questa una delle ipotesi avanzate nel corso del vertice tra la maggioranza e il Governo, tenutosi alla Camera.
È stata inoltre ribadita la volontà di cancellare la retroattività della norma e di mantenere l’automaticità della detrazione (eliminando la procedura della richiesta all’Agenzia delle Entrate prevista dal DL 185/2008), seppur con un occhio ai vincoli di bilancio.Intanto prosegue presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera, l’esame della legge di conversione del DL 185/2008, il decreto anticrisi che modifica la procedura per la accedere alla detrazione del 55%.
Nella seduta di mercoledì, i deputati dell’opposizione si sono espressi sulle disposizioni sui crediti di imposta recate dall’articolo 29 del DL, giudicandole, “seppur comprensibili dal punto di vista contabile, … del tutto inadeguate all'attuale situazione economica”. Con riferimento alle detrazioni per interventi finalizzati al risparmio energetico, è stato osservato, in particolare, che le modifiche rischiano di deprimere la domanda nel settore dell’edilizia di ridurre la portata antielusiva della norma.
Con le norme sui crediti di imposta – ha rilevato un altro esponente dell’opposizione – si colpiscono i settori della ricerca e dello sviluppo e della promozione dell'efficienza energetica, nonché gli investimenti per la ricerca e lo sviluppo, misure entrambe prospettate dal piano europeo di ripresa economica. Le misure sui crediti di imposta potrebbero, in forza delle loro ricadute positive sulle imprese, aumentare indirettamente il gettito IVA ed IRES ed evitare il pagamento delle sanzioni comunitarie per il mancato rispetto degli accordi sul clima.
Il meccanismo previsto dal DL 185/2008 – osserva un altro deputato dell’opposizione – ha effetti particolarmente negativi sulle spese già sostenute e sugli investimenti già effettuati, introducendo un elemento di incertezza rispetto alle scelte dei contribuenti interessati, che contrasta con l'intenzione, proclamata dal Governo, di basare il rilancio economico del Paese proprio sugli investimenti nella ricerca. La disposizione – continua il deputato del PD – comporta inoltre un elemento di gravissima iniquità nella distribuzione delle risorse disponibili, ricorrendo al solo criterio dell'ordine temporale di presentazione delle istanze, senza considerare minimamente la qualità dei progetti di investimento.
Il relatore per la Commissione Bilancio ha rinnovato la disponibilità del governo ad una modifica dei meccanismi previsti dall’art. 29, che non si limiti all’eliminazione della retroattività, già anticipata dal Ministro Tremonti.
Anche il Sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, ha confermato l’apertura del Governo verso l’esclusione della retroattività della norma, “naturalmente valutando i relativi problemi di copertura”.
È stata inoltre ribadita la volontà di cancellare la retroattività della norma e di mantenere l’automaticità della detrazione (eliminando la procedura della richiesta all’Agenzia delle Entrate prevista dal DL 185/2008), seppur con un occhio ai vincoli di bilancio.Intanto prosegue presso le Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera, l’esame della legge di conversione del DL 185/2008, il decreto anticrisi che modifica la procedura per la accedere alla detrazione del 55%.
Nella seduta di mercoledì, i deputati dell’opposizione si sono espressi sulle disposizioni sui crediti di imposta recate dall’articolo 29 del DL, giudicandole, “seppur comprensibili dal punto di vista contabile, … del tutto inadeguate all'attuale situazione economica”. Con riferimento alle detrazioni per interventi finalizzati al risparmio energetico, è stato osservato, in particolare, che le modifiche rischiano di deprimere la domanda nel settore dell’edilizia di ridurre la portata antielusiva della norma.
Con le norme sui crediti di imposta – ha rilevato un altro esponente dell’opposizione – si colpiscono i settori della ricerca e dello sviluppo e della promozione dell'efficienza energetica, nonché gli investimenti per la ricerca e lo sviluppo, misure entrambe prospettate dal piano europeo di ripresa economica. Le misure sui crediti di imposta potrebbero, in forza delle loro ricadute positive sulle imprese, aumentare indirettamente il gettito IVA ed IRES ed evitare il pagamento delle sanzioni comunitarie per il mancato rispetto degli accordi sul clima.
Il meccanismo previsto dal DL 185/2008 – osserva un altro deputato dell’opposizione – ha effetti particolarmente negativi sulle spese già sostenute e sugli investimenti già effettuati, introducendo un elemento di incertezza rispetto alle scelte dei contribuenti interessati, che contrasta con l'intenzione, proclamata dal Governo, di basare il rilancio economico del Paese proprio sugli investimenti nella ricerca. La disposizione – continua il deputato del PD – comporta inoltre un elemento di gravissima iniquità nella distribuzione delle risorse disponibili, ricorrendo al solo criterio dell'ordine temporale di presentazione delle istanze, senza considerare minimamente la qualità dei progetti di investimento.
Il relatore per la Commissione Bilancio ha rinnovato la disponibilità del governo ad una modifica dei meccanismi previsti dall’art. 29, che non si limiti all’eliminazione della retroattività, già anticipata dal Ministro Tremonti.
Anche il Sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, ha confermato l’apertura del Governo verso l’esclusione della retroattività della norma, “naturalmente valutando i relativi problemi di copertura”.
“Il bonus energia ‘fa bene’ all’economia, all’occupazione, all’ambiente.” Lo afferma la Confartigianato in un comunicato diffuso ieri, in cui sono illustrate 10 buone ragioni per ripristinare l’incentivazione del 55%.
Più imprese ed occupati, più risparmio energetico. Meno abusivismo e meno inquinamento. Sono questi, in sintesi, alcuni effetti prodotti dagli incentivi fiscali per interventi di ristrutturazione del patrimonio edilizio. II Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini ritiene vi siano 10 ottime ragioni per ripristinare la norma che prevede agevolazioni del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. “Si tratta – sottolinea Guerrini – di uno dei pochi provvedimenti a carattere strutturale che vanno mantenuti soprattutto in questa fase di crisi”.
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