mercoledì 2 febbraio 2011

REGIONE PUGLIA / Censimento impianti di produzione energie rinnovabili



Sull’onda lunga dell’ultimo, grande progetto d’investimento sulle fonti rinnovabili in Puglia, non si affievolisce la polemica sugli effetti «indesiderati» che la scommessa pugliese sull’energia verde sta destando. Da Zamparini a Brindisi e fino a Be4Energy per Taranto, pare che vada di gran moda il campo fotovoltaico di scala industriale mentre le linee guida emanate dalla Regione Puglia lo scorso 30 dicembre sono state redatte per assecondare uno sviluppo «morbido» delle rinnovabili: riconversione dei tetti dei capannoni industriali, autoconsumo e uso dei lastrici solari condominiali, filiera corta per l’approvvigionamento dei combustibili biologici delle centrali a biomassa.

Lunedì, in concomitanza con il vertice tra Regione e società svizzera interessata alla riconversione a fotovoltaico dei terreni dove sorgeva l’ex Miroglio, tra Ginosa e Castellaneta, in provincia di Taranto, la giunta presieduta da Nichi Vendola ha condiviso le azioni da mettere in campo per la realizzazione di un’anagrafe degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Se le centrali di taglia industriale costituiscono infatti il fronte di più immediata percezione, quelli di piccole dimensioni rischiano di sfuggire alla pianificazione regionale giacché per realizzarne uno da meno di 1 Mw di potenza basta presentare al Comune di competenza una semplice Dichiarazione di inizio attività (Dia).

Nell’incontro della cabina di regia sulle fonti rinnovabili, l’assessore allo Sviluppo economico, Loredana Capone, con i colleghi all’Assetto del territorio, Angela Barbanente, e alla Qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro, hanno fissato con la sezione Puglia dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) i criteri attraverso i quali i Comuni effettueranno una ricognizione completa di tutte le Dia presentate al fine di realizzare un’anagrafe compiuta degli impianti realizzati o in corso di realizzazione. Le Province saranno ovviamente impegnate nell’attività di controllo. L’anagrafe servirà ad un più corretto uso degli strumenti di valutazione preliminare degli impatti sul paesaggio: per la prima volta si potrà operare una valutazione sul cumulo degli impatti già esistenti (perimetrando come non idonee le aree già interessate da impatti importanti).

Intanto, sul fronte Miroglio, i sindacati interpretano la grande preoccupazione dei 229 lavoratori in cassa integrazione dopo la rinuncia del gruppo Intini alla loro ricollocazione. Il segretario generale della Fimca Cisl, Cristina Attila, annuncia che forse per questa vertenza si apre uno spiraglio. La speranza è, come detto, la riconversione dei terreni ex Miroglio (e in parte dei capannoni) per la realizzazione di un grande impianto fotovoltaico, ma anche per l’assemblaggio dei pannelli in loco.

«L’investitore che si presenta, qualsiasi esso sia - spiega Attila riferendosi ai dubbi espressi nei giorni scorsi anche da altri sindacati su Be4Energy - merita rispetto. Il giudizio del sindacato va espresso sulla base del piano industriale presentato, e sulla effettiva possibilità che offre a ricollocare tutti i lavoratori e nel garantire stabilità delle attività nel tempo. Le note confortanti di tutta la vicenda sono rappresentate dalla costante presenza della dirigenza Miroglio ai tavoli di trattative e dalla costruttiva partecipazione della Regione Puglia. La responsabilità di aver creato disoccupazione nel nostro territorio regionale - dice ancora Attila - è il motivo che fa richiedere al sindacato e ai lavoratori l’impegno concreto della Miroglio nella ricerca di nuove opportunità lavorative».

Attila fa poi un appello alla responsabilità. «Il nostro auspicio – affermano all’unisono le segreterie della Cisl di Puglia e della Femca – è di poter operare in un clima disteso e privo di polemiche e strumentalizzazioni per determinare le condizioni ottimali alla realizzazione di un progetto che abbia caratteristiche nuove fondate sull’etica di fare impresa. È questo il tempo delle responsabilità di tutti per uscire da uno stato allarmante di crisi».

fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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