mercoledì 7 ottobre 2009

Taranto avrà una metropolitana leggera a sette fermate da diciannove chilometri

il progetto della metropolitana

La città di Taranto sarà sotto­posta entro qualche anno a una ro­busta «cura del ferro». L’assessore regionale ai Trasporti, Mario Loizzo, definisce così la scelta strategica in­dividuata dalla Regione Puglia per capovolgere la logica dei collega­menti su gomma.
Il primo riferi­mento è la metropolitana leggera che sarà realizzata a Taranto per col­legare il quartiere Paolo VI, eccentri­co rispetto all’ombelico urbano, a Taranto. Lunga quasi diciannove chilometri, costerà 98 milioni e si svilupperà lungo i binari militari in disuso attorno al secondo seno del mar Piccolo . Quaranta milioni arri­veranno dalla Regione attraverso i fondi Fas, che ha fatto suo il cofinan­ziamento in carico al Comune, ses­santa dallo Stato. E’ un esempio con­creto di come marcino spediti i pro­getti quando c’è collaborazione tra periferia e centro. In questo caso l’Amat di Taranto, guidata dal presidente Giuseppe Ca­satello, a tempo di record ha rispol­verato e riadattato il progetto pre­sentato nel 2004 dall’ingegner Gian­franco Tonti dello studio Start su in­tuizione dell’ex presidente Manco, e l’ha presentato alla Regione. L’asses­sore Loizzo, in un mazzo di tre (Fer­rovie del Gargano, prolungamento della metropolitana di Bari, Taran­to), l’ha prescelto indicandolo al mi­nistero delle Infrastrutture come prioritario; l’assessore Michele Pelil­lo, infine, ha subito individuato la fonte dei finanziamenti.
Questa si­nergia è stata sottolineata più volte, ieri mattina, durante l’incontro con la stampa al quale hanno partecipa­to, oltre ai due assessori regionali, il sindaco Ezio Stefàno, il vice Alfredo Cervellera, l’assessore comunale al­le Partecipate, Davide Nistri, più i vertici di Amat e Ctp e l’ingegnere progettista. Il progetto completo è fatto di due infrastrutture. Una, lun­ga 13.696 metri, è la linea metropoli­tana attorno al Mar Piccolo, con par­tenza dalla pineta Cimino, passag­gio intermedio a Nasisi e arrivo al Paolo VI. Qui sarà costruito ex novo un anello tranviario intorno al quar­tiere, di 5.080 metri. Il collegamento sarà garantito da cinque «vagoni a cassa doppia», come i jumbo-bus; le fermate previste sono sette, una a Cimino, cinque nell’abitato di Paolo Sesto, una alla Motorizzazione. Si in­tegrerà perfettamente, è stato osser­vato, con il nuovo ospedale San Raf­faele del Mediterraneo, il Politecni­co, l’Università, Corte d’appello, uffi­ci comunali. Nessuna fermata inter­media è per ora prevista perché non c’è utenza lungo il tracciato, ma nul­la impedirà che dei semplici marcia­piedi possano essere realizzati a se­conda di nuove esigenze.
Il capoli­nea di Cimino è collegato con il par­cheggio di scambio, incluso nei pro­getti già finanziati di Area vasta, per raggiungere il centro della città. Gli stessi binari utilizzati per questo stralcio di metropolitana hanno un tracciato che consentirà, in una se­conda fase del progetto, il collega­mento con San Giorgio mentre altri «sfioccamenti» sono programmati verso Martina Franca, mediante il si­stema del Sud-Est , e in direzione di Talsano. L’assessore Pelillo ha sotto­lineato che «la Regione ha fatto la sua parte dimostrando attenzione costante verso Taranto, ora rimane la decisione del governo. Tutto il si­stema tarantino dovrebbe ora ado­perarsi per raggiungere lo scopo del finanziamento statale». Secondo il vice sindaco Cervellera «tutto si spo­sterà al Paolo VI e l’area del mar Pic­colo diventerà il cuore pulsante del­la città». Il sindaco Stefàno ha osser­vato che la metropolitana contribui­rà a migliorare l’ambiente e la viabi­lità, ma nel suo profluvio di ringra­ziamenti, in particolare a Loizzo e Pelillo, non ha speso una parola per l’Amat innanzitutto, parte attiva del­l’iniziativa, e per il Ctp che s’è unito al progetto.

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