La città di Taranto sarà sottoposta entro qualche anno a una robusta «cura del ferro». L’assessore regionale ai Trasporti, Mario Loizzo, definisce così la scelta strategica individuata dalla Regione Puglia per capovolgere la logica dei collegamenti su gomma.
Il primo riferimento è la metropolitana leggera che sarà realizzata a Taranto per collegare il quartiere Paolo VI, eccentrico rispetto all’ombelico urbano, a Taranto. Lunga quasi diciannove chilometri, costerà 98 milioni e si svilupperà lungo i binari militari in disuso attorno al secondo seno del mar Piccolo . Quaranta milioni arriveranno dalla Regione attraverso i fondi Fas, che ha fatto suo il cofinanziamento in carico al Comune, sessanta dallo Stato. E’ un esempio concreto di come marcino spediti i progetti quando c’è collaborazione tra periferia e centro. In questo caso l’Amat di Taranto, guidata dal presidente Giuseppe Casatello, a tempo di record ha rispolverato e riadattato il progetto presentato nel 2004 dall’ingegner Gianfranco Tonti dello studio Start su intuizione dell’ex presidente Manco, e l’ha presentato alla Regione. L’assessore Loizzo, in un mazzo di tre (Ferrovie del Gargano, prolungamento della metropolitana di Bari, Taranto), l’ha prescelto indicandolo al ministero delle Infrastrutture come prioritario; l’assessore Michele Pelillo, infine, ha subito individuato la fonte dei finanziamenti.
Questa sinergia è stata sottolineata più volte, ieri mattina, durante l’incontro con la stampa al quale hanno partecipato, oltre ai due assessori regionali, il sindaco Ezio Stefàno, il vice Alfredo Cervellera, l’assessore comunale alle Partecipate, Davide Nistri, più i vertici di Amat e Ctp e l’ingegnere progettista. Il progetto completo è fatto di due infrastrutture. Una, lunga 13.696 metri, è la linea metropolitana attorno al Mar Piccolo, con partenza dalla pineta Cimino, passaggio intermedio a Nasisi e arrivo al Paolo VI. Qui sarà costruito ex novo un anello tranviario intorno al quartiere, di 5.080 metri. Il collegamento sarà garantito da cinque «vagoni a cassa doppia», come i jumbo-bus; le fermate previste sono sette, una a Cimino, cinque nell’abitato di Paolo Sesto, una alla Motorizzazione. Si integrerà perfettamente, è stato osservato, con il nuovo ospedale San Raffaele del Mediterraneo, il Politecnico, l’Università, Corte d’appello, uffici comunali. Nessuna fermata intermedia è per ora prevista perché non c’è utenza lungo il tracciato, ma nulla impedirà che dei semplici marciapiedi possano essere realizzati a seconda di nuove esigenze.
Il capolinea di Cimino è collegato con il parcheggio di scambio, incluso nei progetti già finanziati di Area vasta, per raggiungere il centro della città. Gli stessi binari utilizzati per questo stralcio di metropolitana hanno un tracciato che consentirà, in una seconda fase del progetto, il collegamento con San Giorgio mentre altri «sfioccamenti» sono programmati verso Martina Franca, mediante il sistema del Sud-Est , e in direzione di Talsano. L’assessore Pelillo ha sottolineato che «la Regione ha fatto la sua parte dimostrando attenzione costante verso Taranto, ora rimane la decisione del governo. Tutto il sistema tarantino dovrebbe ora adoperarsi per raggiungere lo scopo del finanziamento statale». Secondo il vice sindaco Cervellera «tutto si sposterà al Paolo VI e l’area del mar Piccolo diventerà il cuore pulsante della città». Il sindaco Stefàno ha osservato che la metropolitana contribuirà a migliorare l’ambiente e la viabilità, ma nel suo profluvio di ringraziamenti, in particolare a Loizzo e Pelillo, non ha speso una parola per l’Amat innanzitutto, parte attiva dell’iniziativa, e per il Ctp che s’è unito al progetto.
mercoledì 7 ottobre 2009
Taranto avrà una metropolitana leggera a sette fermate da diciannove chilometri
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