lunedì 12 aprile 2010

Arredo urbano: Milano cambia look, più verde e più grigio per le strade


Tradizione e innovazione. Milano sceglie di rifarsi il look in vista dell’Expo 2015 puntando ad armonizzare l’arredo urbano e i colori che la caratterizzano. E quindi, a partire dal grigio. Grigio ghisa che ritorna negli svariati elementi previsti dall’abaco allegato al piano per la qualità urbana approvato ieri dalla giunta.
Il piano è una raccolta di regole che punta sul verde come colore dominante, insieme al grigio. Con una doppia sfumatura: da una parte il verde in senso ambientale (a partire dall’obbligo di alberare ogni strada che si realizza o riqualifica), dall’altra il verde delle panchine, degli orologi, delle vedovelle di ghisa, elette simbolo della “rinascita” urbana.
Portato in giunta dall’assessore Cadeo, il piano fissa le regole per rimettere ordine in una città in cui le regole per l’arredo urbano sono state disattese per troppo tempo. Qualche esempio: via i panettoni e al loro posto aiuole; piante o almeno fioriere su tutti i marciapiedi larghi, a tutela anche delle piste ciclabili che vi correranno sopra
Così, per dare un’idea, corso Buenos Aires diventerà un boulevard alla francese. Gli archetti gialli lascieranno spazio alle parigine. I cestini dei rifiuti diventeranno grigi. I dehors saranno grigio ghisa con tetto verde, come i chioschi delle edicole. Qua e là forse del giallo nelle finiture.
Allegato al piano, dicevamo, l’abaco dell’arredo urbano. Un lungo elenco, che sarà sempre estendibile, di oggetti di arredo urbano come panchine (verdi) e cesate (grigie), lampioni (grigi) e fioriere (in ghisa). Il Comune prevede di mettere rastrelliere per le bici (grigio ghisa) lungo i raggi verdi, che saranno di un verde diverso grazie a nuove graminacee che correranno dal centro alla periferia, con buona pace degli allergici.
Al piano della qualità urbana sarà allegato un “Piano del colore”, di cui il primo contiene le linee guida. Così Palazzo Marino vieterà facciate colorate nel centro storico, che dovrà tornare ai colori originali (graffitari permettendo). In periferia invece ogni casa dovrà attenersi al cromatismo del quartiere. Previste eccezioni solo per oggetti di design di particolare pregio, ma non nel centro storico.
La rivoluzione partirà dagli orologi: a breve sarà pubblicato il bando per sistemare i 13 mila quadranti cittadini. Erano e restano verde scuro, ma potranno avere diversi numeri e lancette, per salvare la creatività e perché – soprattutto – se no la gara andrebbe deserta, per stessa ammissione di Cadeo. Poi toccherà ai pali (170 mila quelli censiti nel 2003, molti dei quali dovranno sparire) mentre si prosegue il lavoro sui panettoni (42 mila quelli tirati via negli ultimi cinque anni).
Ma il Comune realizzerà davvero questo progetto? “Dobbiamo tenere conto anche dei costi - mette le mani avanti Cadeo – faremo un po’ alla volta”. Dovranno tenere conto anche delle proteste di molta gente che aveva accolto con favore i cestini dei rifiuti colorati, auspicio in una città grigia come Milano di un’inversione di tendenza.
“Vorremmo che anche i tram fossero tutti dello stesso colore” ha detto ieri Cadeo. Non è dato sapere quale, ma visto l’andazzo che tira e dovendo scegliere fra giallino, arancione e verde chissà quale sarà scelto.

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